Pizzo e camorra a Maddaloni, arrestato Ferraro

Michele Ferraro

MADDALONI – Deve scontare quattro anni di carcere dopo la condanna per camorra ed altri reati. Ieri mattina a bussare alla porta di Michele Ferraro nella frazione Tuoro di Caserta sono stati gli agenti di polizia della Squadra Mobile di Caserta. All’uomo è stato notificato l’ordine di esecuzione per la carcerazione emesso dalla Procura Generale della Repubblica presso la Corte di Appello di Napoli; espletate le formalità di rito Ferraro è stato successivamente trasportato in carcere. Originario di Maddaloni, Ferraro, 39 anni, sposato e padre di due figli deve scontare la pena per associazione mafiosa e concorso in estorsione.

I reati contestati

I reati sono stati commessi da Ferraro tra il 2004 (quando aveva appena 19 anni) e il 2006. Tra le estorsioni contestate a Ferraro anche due consumate nel 2006. Ad essere obbligate al pagamento della tangente alla costola maddalonese dei Belforte furono due imprenditori che si aggiudicarono l’appalto per la manutenzione delle strade a Maddaloni. Dovettero versare nelle mani della cosca di cui Ferraro era un esponente la somma di 15mila euro all’anno. Ad un altro imprenditore che all’epoca, siamo nel 2006, era impegnato nella costruzione di un capannone industriale, l’organizzazione di cui Lombardi faceva parte lo costrinse a pagare 60mila euro. Il titolare di un deposito edile invece fu costretto a pagare 34mila euro al clan che all’epoca dei fatti era guidato da Antonio Farina, detto Tonino ‘o biondo, poi divenuto collaboratore di giustizia.

Le vittime

Tra gli imprenditori sottoposti ad estorsione anche un attuale politico di spicco mentre un altro degli estorti, anch’egli imprenditore, è attualmente sotto processo per voto di scambio con la camorra. I reati commessi 16 anni rappresentano uno spaccato della geografia criminale e mafiosa a Maddaloni e dintorni di quel periodo. Il clan, dopo l’uccisione di Angelo Amoroso detto Mimmuccio ‘o pazzariello, avvenuta il 24 maggio del 2006 a Cervino, aveva cambiato pelle. Sganciato dai Casalesi il gruppo aderì al cartello dei Belforte di Marcianise. Antonio Farina era il capozona del nuovo gruppo che però entrò in contrasto con i D’Albenzio, storici fedelissimi di Salvatore Belforte che infatti non approvarono l’eliminazione di Amoroso. Le frizioni tra i due gruppi culminarono nell’omicidio di Angelo Cortese. Fu massacrato il 15 settembre dello stesso anno. Michele Ferraro, nipote di uno storico boss di Maddaloni, Andrea Ferraro detto Sartana, chiese e ottenne anche il pizzo al titolare di un supermercato, sempre a Maddaloni. Il 39enne arrestato ieri mattina dovrà necessariamente scontare parte della pena in carcere; successivamente il suo avvocato difensore, Nello Sgambato, potrebbe chiedere una detenzione alternativa.

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