Pizzo di Natale, arrestati 8 del clan dei Casalesi

Accusati di aver tentato estorsioni ai danni di imprenditori durante le festività natalizie

Foto LaPresse - Marco Cantile

Nella mattinata, nelle province di Caserta e Napoli, i militari del Nucleo Investigativo del Gruppo Carabinieri di Aversa, unitamente ai Carabinieri del luogo, hanno dato esecuzione a due ordinanze di applicazione di misure cautelari in carcere, per i reati di estorsione e tentata estorsione continuata in concorso, aggravati dall’aver agito con metodo mafioso.

Le misure emesse

Le misure restrittive sono state emesse dal G.I.P. presso il Tribunale di Napoli, su richiesta della locale Procura Distrettuale Antimafia, nei confronti di 7 persone e dal Tribunale dei Minori di Napoli, su richiesta della Procura della Repubblica presso il medesimo Tribunale, a carico di un ottavo soggetto, organico al gruppo criminale e minorenne all’epoca dei fatti.

L’inchiesta

I provvedimenti scaturiscono da un’ampia attività investigativa dei Carabinieri del Nucleo Investigativo del Gruppo di Aversa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli e, con riferimento alla posizione del minore, dalla Procura dei Minori di Napoli. L’indagine, condotta tramite attività istruttorie, intercettazioni telefoniche ed ambientali e servizi di osservazione, controllo e pedinamento, ha permesso di individuare e documentare le condotte di un gruppo criminale nell’ambito del quale gli indagati, dopo essersi presentati presso numerosi esercizi commerciali di Aversa, Lusciano e Parete, hanno tentato di compiere estorsioni, portandone alcune a compimento, avvalendosi della forza d’intimidazione promanante dall’appartenenza alla camorra nelle sue articolazioni territoriali denominate “fazione Bidognetti” e “fazione Schiavone” del “clan dei Casalesi”.

I reati

Nel corso dell’indagine, sono state accertate e documentate ripetute estorsioni tentate e consumate nel periodo antecedente alle festività natalizie del 2018 con richieste – anche ingenti – di somme di denaro da parte degli indagati, alcuni dei quali pregiudicati per reati di tipo mafioso, da un minimo di 250 ad un massimo di 15.000 euro; il compimento di reiterati tentativi di estorsione ai danni di esercizi commerciali tra i quali soprattutto ristoranti e imprese di trasporti; le finalità delle condotte estorsive – peraltro in alcuni casi palesate alle vittime – connesse con la necessità di sostenere le famiglie dei detenuti ed erogare lo stipendio agli affiliati.

Gli arrestati

Sono stati arrestati e tradotti in carcere:

  1. B. G., cl. 1949;
  2. D. G., cl. 1960;
  3. D. S. C., cl. 1967;
  4. I. B., cl. 1962;
  5. T. G., cl. 1978;
  6. C. R., cl. 1988;
  7. P. F., cl. 1989;
  8. E. O., cl. 2000, all’epoca dei fatti minorenne, ristretto presso l’Istituto Penale per Minorenni di Napoli.

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