ROMA – Sulla falsariga di quello proposto dal presidente di Confindustria Carlo Bonomi, Federmanager lancia un patto tra dirigenti che abbia come caposaldo la collaborazione tra pubblico e privato e che dovrà avere come obiettivo “il rilancio economico del Paese, a partire dalla ‘messa a terra’ degli interventi previsti dal Pnrr”.
Una proposta che arriva nel corso dell’assemblea annuale di Federmanager di fronte a numerosi ministri, da Luigi Di Maio a Elena Bonetti al Ministro della Difesa, Lorenzo Guerini. Un particolare saluto di indirizzo è stato portato dal commissario straordinario per l’emergenza Covid Francesco Paolo Figliuolo. In platea anche i leader della Lega e di Fratelli d’Italia Salvini e Meloni.
Dice dal palco nel suo intervento il presidente di Federmanager Stefano Cuzzilla. “Siamo pronti a collaborare con tutte le forze del Paese per un nuovo rinascimento italiano e realizzare un sistema economicamente più competitivo, socialmente più equo ed ambientalmente più sostenibile – ha spiegato con riferimento al Pnrr – I manager italiani hanno già dimostrato di detenere strumenti concreti e metodo d’attuazione che hanno salvato le nostre imprese nel periodo più buio della pandemia. Ora siamo pronti per concretizzare il piano più ambizioso di riforme ed investimenti che si ricordi dal dopoguerra”. Un piano sottolinea Federmanager da oltre 222 miliardi di euro che sommati alle altre risorse nazionali ed europee, configurano una capacità di spesa 10 volte maggiore di quella sperimentata finora. Una tale improvvisa e massiccia iniezione di denaro rischia di agire come un doping sul sistema, se non si ha chiarezza su quali debbano essere gli obiettivi e su come raggiungerli. Sottolinea infatti Cuzzilla: “Sono risorse da spendere bene, proteggendole con rigore da illegalità, corruzione, e da un’evasione fiscale che da sola vale oltre 100 miliardi l’anno”.
Al centro della relazione anche temi come fisco, e previdenza con Federmanager che sostiene la richiesta delle imprese di abbattimento del cuneo fiscale e richiama l’urgenza di una riforma dell’Irpef che tuteli i redditi da lavoro e semplifichi gli adempimenti. In più i conti pubblici della previdenza e dell’assistenza vanno separati. Così come non è pensabile che ancora si sottovaluti l’importanza della previdenza complementare: si sottolinea che, da più di 20 anni, il limite per la deducibilità fiscale per chi si iscrive a un fondo pensione sia rimasto invariato. Infine, Federmanager considera inammissibile che si proponga di eliminare la tassazione sui rendimenti e di portare a tassazione ordinaria ciò che oggi è già tassato al 15%, disincentivando ciò che dovrebbe essere incentivato.
Cuzzilla nella sua relazione sottolinea infine anche il ruolo dei manager. Secondo le stime di Federmanager e i dati dell’Osservatorio 4.Manager la centralità del ruolo dei dirigenti è sempre più riconosciuta dal sistema d’impresa italiano, così come lo è stata nella fase peggiore della pandemia. Secondo l’indagine Federmanager sulle risoluzioni dei rapporti con contratto da dirigente nel 2020 il numero di manager uscito dalle imprese è stato del 15% inferiore rispetto al 2019, e a ottobre 2021 la domanda di nuovi manager è risultata del 50% superiore a quella dello stesso mese del 2020. Oggi le imprese chiedono competenze nuove, specialistiche e ad alto valore aggiunto. Una tendenza che trova riscontro nei dati forniti dall’Osservatorio 4.Manager che descrivono una difficoltà di reperimento in crescita che oggi riguarda il 36,4% del totale nuove assunzioni e che sale al 48,4% per i dirigenti. Esiste quindi un gap ancora da colmare in quanto l’offerta di profili manageriali non riesce a soddisfare la domanda.
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