L’appello allo “spirito repubblicano”, la fiducia “negli Italiani, nel mio popolo, nella nostra capacità di lavorare insieme quando l’emergenza ci chiama alla solidarietà e alla responsabilità”, la citazione di Alcide De Gasperi che nel 1943 diceva che “l’opera di rinnovamento fallirà, se in tutte le categorie, in tutti i centri non sorgeranno degli uomini disinteressati pronti a faticare e a sacrificarsi per il bene comune’”, perché, esorta Mario Draghi, spetta “a noi l’onere e l’onore di preparare nel modo migliore l’Italia di domani”.
Nelle sue comunicazioni alla Camera, il primo dei due passaggi parlamentari, prima dell’ok definitivo al Pnrr e l’invio a Bruxelles, il premier sottolinea che il piano nazionale di Ripresa e Resilienza non è solo un insieme di progetti “tanto necessari quanto ambiziosi, di numeri, obiettivi, scadenze”. “Metteteci dentro le vite degli italiani, le nostre ma soprattutto quelle dei giovani, delle donne, dei cittadini che verranno” dice il premier ai deputati, sottolineando che nel Pnrr “c’è anche e soprattutto il destino del Paese” e deve essere chiaro che “nel realizzare i progetti, ritardi, inefficienze, miopi visioni di parte anteposte al bene comune peseranno direttamente sulle nostre vite”.
Sei le missioni, progetti e riforme per colmare le disparità regionali tra il Mezzogiorno e il Centro Nord, le diseguaglianze di genere e i divari generazionali. In totale si tratta di una maxi sfida da 248 miliardi: 191,5 arrivano dal recovery fund, 30,6 dal fondo complementare del governo. “Sono stati stanziati, inoltre, entro il 2032, ulteriori 26 miliardi da destinare alla realizzazione di opere specifiche”, come la linea ferroviaria Salerno-Reggio Calabria “che diventerà una vera alta velocità, e l’attraversamento di Vicenza relativo alla linea ad Alta Velocità Milano-Venezia”.
È poi previsto il reintegro delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione per 15,5 miliardi. Accanto alle risorse, le riforme, che “non solo consentono di dare efficacia e rapida attuazione agli stessi investimenti, ma anche di superare le debolezze strutturali che hanno per lungo tempo rallentato la crescita e determinato livelli occupazionali insoddisfacenti”, soprattutto per i giovani e le donne” per i quali c’è una clausola di condizionalità trasversale a tutto il Piano.
Per l’occupazione femminile c’è grande attenzione, sia in termini di risorse – 400 milioni per favorirne l’imprenditorialità, e stanzia oltre 1 miliardo per la promozione delle competenze in ambito tecnico-scientifico – che in termini di sostegno alla famiglia, con l’assegno unico e 4,6 miliardi dedicati a costruire nuovi asili nido, scuole materne e servizi di educazione e cura per la prima infanzia. Spazio anche per i giovani, con un fondo per le imprese under 35 e un altro – che arriverà nel prossimo decreto sostegni – per i mutui sulla prima casa.
Alla rivoluzione verde è assegnata una larga fetta delle risorse, circa 70 miliardi, “è particolarmente importante per l’Italia, che è maggiormente esposta a rischi climatici rispetto ad altri Paesi”, nota il premier. Cinquanta miliardi vanno a digitalizzazione e cultura, “l’obiettivo principale è promuovere e sostenere la trasformazione digitale e l’innovazione del sistema produttivo del Paese”. E poi la Sanità, “un settore critico, che ha affrontato sfide di portata storica nell’ultimo anno: la pandemia da Covid-19 ha confermato il valore universale della salute, la sua natura di bene pubblico fondamentale e la rilevanza macro-economica dei servizi sanitari pubblici” cui vanno 18,5 miliardi.
Per il Superbonus, oggetto di tensioni nella maggioranza la scorsa settimana, “non c’è nessun taglio”, assicura Draghi: “Il Governo si impegna a inserire nel Disegno di Legge di bilancio per il 2022 una proroga dell’ecobonus per il 2023, tenendo conto dei dati relativi alla sua applicazione nel 2021, con riguardo agli effetti finanziari, alla natura degli interventi realizzati, al conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico e sicurezza degli edifici”.(LaPresse)