CASERTA (girob) – “Non abbiamo firmato e c’è un motivo”. Ciro Buonajuto, sindaco di Ercolano, va controcorrente. Lui non aderisce alla petizione di 500 sindaci del Sud, decine in Campania, per invocare più fondi del Pnrr al Mezzogiorno. Le amministrazioni meridionali – e Napoli è fra quelle – temono lo “scippo” del nord alle risorse del NextGenerationEu. Al Parlamento europeo, viceversa, chiedono un’equa distribuzione dei fondi, assegnando alle regioni meridionali il 70% del totale. Una rivendicazione in nome dei principi di coesione territoriale, cui si conforma lo stesso Recovery Fund. Al Comune di Ercolano, però, non la pensano così. “Per essere concreti – spiega Buonajuto -, la realizzazione delle opere finanziate dal Pnrr non è proprio di facile esecuzione, considerando i tempi, e considerando l’urbanizzazione che c’è nel mio territorio. Pertanto, nonostante non mi sfuggano le criticità evidenziate dai colleghi sindaci, io preferisco che non ci siano modifiche, perché ho paura di un rischio”.
Quale rischio?
Che le modifiche potrebbero condizionare l’esecuzione delle opere.
Ma come sta andando a Ercolano con i progetti del Pnrr?
Abbiamo più di dieci progetti approvati, e stiamo lavorando in maniera molto ma molto determinata per realizzarli.
Come sa, la petizione dei sindaci del Sud paventa una dispersione delle risorse, a tutto vantaggio delle regioni settentrionali, verso cui potrebbero essere dirottate. Non crede sia un pericolo reale?
Le risorse vengono perdute se non si realizzano le opere, quindi dovremmo piuttosto che parlare e lamentarci, impegnarci per la progettazione.
Però lei, da sindaco di un Comune del Mezzogiorno, non può negare che la dotazione dei fondi vi lasci insoddisfatti.
Non aderisco al movimento dei sindaci che vogliono modificare il Pnrr per aumentare le risorse, non perché ritengo che non sia necessario aumentare le risorse in favore del Mezzogiorno, ma perché ritengo ancora più necessario realizzare le opere già finanziate.
E quindi come pensa ci si debba muovere adesso?
Noi dobbiamo accelerare sulla progettazione. Se modifiche ci devono essere, facciamole per snellire la burocrazia e completare i procedimenti amministrativi. Stiamo parlando di risorse, dimenticando che il 2026 è dietro l’angolo, e rischiamo di non realizzare neanche le opere già finanziate.
Allora che tipo di modifiche suggerisce, per agevolare l’iter dei procedimenti?
Snellire le procedure e individuare anche dei soggetti con maggiori poteri. Non possiamo mettere a lavorare nei Comuni neanche un impiegato con i fondi del Pnrr, sa perché?
Lo dica lei.
Perché nessuno viene a lavorare a mille euro al mese, e deve lasciare la professione. Solo un professionista come Conte al governo poteva immaginare una cosa del genere.
Insomma, c’è questa legge sulle “Misure abilitanti” per il Pnrr, e prevede, per tutti i Comuni, la possibilità di assumere professionisti per consulenze, legate ai progetti del Recovery Fund, con contratti a tempo determinato, e attingendo alle risorse del Recovery Fund. Ma mi pare di capire che questa disposizione non incontri il favore del sindaco di Ercolano.
Non è che non incontra il mio favore, forse mi sono spiegato male. L’obiettivo del sindaco di Ercolano è realizzare le opere finanziate col Pnrr. E non voglio apportare modifiche, perché temo che qualunque modifica possa condizionare il completamento del percorso. Questo è.
Ma proprio non volete approfittare di questa possibilità, offerta dalla legge?
I Comuni sono stati lasciati soli.
“Nodo del personale non risolto dalla legge sui consulenti esterni”
CASERTA (girob) –Altro che Pnrr, “tra poco i Comuni chiuderanno, perché non c’è più personale” annuncia Alfonso Golia, sindaco di Aversa.
Lei sa che molti sindaci del Sud paventano la perdita dei fondi del Pnrr, anche a causa degli organici ridotti all’osso, e per la conseguente difficoltà di portare a termine i progetti finanziati dal Recovery Fund…
Questo è il problema primario, un’emergenza assoluta. Le pubbliche amministrazioni sono collassate. Ma soprattutto con il poco personale che è ancora in servizio, non si riesce a stare al passo dei tempi, perché ha un’impostazione formativa completamente diversa rispetto a quella che oggi le tecnologie richiedono. Quindi c’è bisogno di un vero turn over nella pubblica amministrazione, altrimenti i Comuni chiuderanno.
Quindi il rischio di veder svanire le risorse esiste?
Ma è chiaro. Perché poi, una volta preso il finanziamento, non è che gli adempimenti sono finiti. C’è tutta la fase di rendicontazione, di avanzamento dello stato dei lavori. Quindi è chiaro che il personale è fondamentale, e parlo di un personale qualificato.
Rimedi da suggerire?
Se non vogliamo chiudere i Comuni, c’è bisogno di un piano assunzionale straordinario per tutti gli enti locali italiani. Almeno quelli che conosco io hanno una pianta organica ridicola.
Aversa come sta messa?
Avremmo bisogno di 400 dipendenti, invece siamo sotto i 120.
Ecco, ma la normativa sulle “Misure abilitanti” per il Pnrr prevede, per tutti i Comuni, la possibilità di assumere professionisti per consulenze, con contratti a tempo determinato.
Questa è acqua che non leva sete, figuriamoci. È indispensabile avere questa risorse, infatti il Comune di Aversa si è avvantaggiato di queste opportunità, e ci sono ottimi professionisti che stanno lavorando a tambur battente. Ma lavorano solo ed esclusivamente sul Pnrr.
E quindi?
Il Pnrr non è tutto ciò che fa un ufficio tecnico, un ufficio amministrativo. Noi abbiamo carenze sull’anagrafe, all’ufficio contratti, all’ufficio personale, nello stesso ufficio tecnico, nell’ufficio urbanistica. Non abbiamo custodi, cioè tra poco rischiamo di chiudere il Comune per mancanza di custodi. C’è bisogno di un intervento straordinario del governo, un grande concorso centralizzato, distribuito poi sui Comuni.
Ad Aversa come state procedendo per il Pnrr?
Noi siamo in partenza con i cantieri per circa 10 milioni di euro di opere sulla rigenerazione urbana. In questi giorni apriamo i cantieri, e chiaramente l’ufficio programmazione strategica è al lavoro su altri bandi, siamo in attesa di risposta. Faremo di tutto per spendere tutto ciò che riusciremo ad avere, entro il 2026.
Ma l’unica problema, rispetto a tali procedure, è la carenza di personale?
C’è anche l’aumento dei costi, come campanello d’allarme.
Il Pnrr è una grande chance, ma i problemi non mancano, a quanto si vede. Voi sindaci cosa temete?
Bisogna correre, noi lo stiamo facendo. Però è chiaro che l’asticella è alta. Noi stiamo puntando a ottenere finanziamenti sulla rete idrica e sulla rete fognaria per un totale di 20 milioni di euro, non bruscolini. E portare avanti queste procedure di gara, conoscendo i tempi della burocrazia italiana, preoccupa. Noi abbiamo bisogno di personale per portare avanti le procedure, ma anche che gli altri enti facciano in modo che le gare non durino secoli. Perché poi sono gare europee, che vengono affidate alle stazioni appaltanti.
E cosa può accadere?
Ci sono ricorsi, controricorsi, permessi che magari bisogna avere dal Genio civile, dalla Soprintendenza. Bisogna snellire tutto ciò che riguarda le attività prodromiche e successive agli affidamenti degli appalti.
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