Pochi anestesisti, stop agli interventi

Le attività non urgenti già sospese al San Paolo, a rischio anche il S. Giovanni Bosco

Foto Cecilia Fabiano/ LaPresse

NAPOLI – Gli anestesisti scarseggiano negli ospedali della Campania e le attività non urgenti si avviano alla sospensione nel periodo estivo, quando bisogna assicurare le ferie del personale: in questi giorni il direttore dell’ospedale San Paolo di Napoli Walter Longanella ha annunciato la sospensione dell’attività chirurgica di elezione per questo motivo e presto a stessa situazione potrebbe presentarsi al San Giovanni Bosco, dice a “Cronache” Giuseppe Galano, segretario regionale del sindacato di categoria Aaroi-Emac: “La carenza di medici anestesisti in Campania persiste da anni e deriva dalla cattiva programmazione delle scuole di specializzazione a livello nazionale. Con la pandemia la situazione è peggiorata: oltre a coprire i turni nella Terapia intensiva ordinaria abbiamo dovuto far fronte anche ai reparti Covid.

E’ vero che negli ultimi tempi sono diminuiti i contagi e quindi la percentuale di ricoverati, ma parallelamente le attività ordinarie si sono intensificate: i pazienti hanno meno timore di infettarsi nelle strutture sanitarie e si riavvicinano agli ospedali per curare le patologie ordinarie”. Da poco il San Giovanni Bosco è tornato all’attività ordinaria dopo la parentesi come Covid Hospital e si appresta a riaprire il pronto soccorso, per cui l’affluenza aumenterà e così il numero di casi gravi, che impegneranno gli anestesisti. Anche nel Casertano e nel Salernitano la carenza si fa sentire,. particolarmente nel settore dell’emergenza territoriale. E gli stessi medici del San Paolo hanno segnalato nei giorni scorsi che a volte si deve far ricorso a turni di 24 ore, pratica vietata dalla legge 116 del 2014. In Campania attualmente gli anestesisti sono circa 1300 e ne servirebbero almeno altri 300 solo per coprire le situazioni ordinarie. “Abbiamo chiesto – nota Galano – di attivare ogni forma di reclutamento, a tempo indeterminato ma anche per mobilità, magari da altre regioni. Purtroppo, la nostra figura professionale scarseggia anche fuori dalla Campania. Per formare gli specialisti servono scuole di specializzazione a livello nazionale, ma solo da poco è aumentato il numero delle borse di studio. I concorsi vengono anche banditi, ma non ci sono candidati a sufficienza”. La settimana scorsa la Asl Napoli 1 ha concluso una procedura di mobilità per 11 anestesisti, ma per farli entrare in servizio servirà un preavviso circa 3 mesi, per cui questo personale non potrà essere utile nel periodo estivo.

E nei giorni scorsi l’Aaroi-Emac ha firmato, insieme ad altri 9 sindacati della sanità, il ricorso al presidente della Repubblica Sergio Mattarella per far annullare la “Metodologia di determinazione del fabbisogno di personale” approvata dalla giunta di Vincenzo De Luca.

Questo piano è basato sugli ospedali organizzati sul criterio dell’intensità di cure (in base al quale i pazienti vengono ricoverati nei vari reparti non in base alla patologia, ma al bisogno di assistenza), ma queste strutture in Campania semplicemente non esistono. La giunta ha calcolato il fabbisogno di medici facendo riferimento a un orario medio annuale di 1500 ore, ma questo criterio non tiene conto delle diverse condizioni di lavoro. Bisogna invece basarsi sull’attività svolta per poter garantire personale aggiuntivo, a seconda delle caratteristiche dell’ospedale.

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