CASERTA – Prima o poi sarebbe dovuta arrivare l’ora del confronto tra il Partito Democratico e l’area moderata che, soprattutto nel capoluogo, rappresenta una fetta non indifferente di elettorato. La posizione dei moderati per questa tornata elettorale è stata dettata dal consigliere regionale di ‘riferimento’ Giovanni Zannini. Proprio a Cronache, qualche giorno fa, il mondragonese ha annunciato che non ci sarebbe stata indicazione di voto plateale precisando che tanti avrebbero votato il Pd e altrettanti no. Tra tutti i gruppi moderati sparsi in Provincia, poi, quello di Caserta, che fa capo a Paolo Marzo, Biagio Esposito e Pasquale Toscano, è particolarmente importante per la forza dimostrata un anno fa alle comunali. Capacità di prendere voti, e tanti, che ha spinto il capolista del Partito Democratico a rompere gli indugi: ieri sera incontro ‘supersegreto’ tra Stefano Graziano e il gruppo moderato casertano. Il fatto che comunali e politiche hanno dinamiche completamente diverso è noto agli stessi protagonisti della serata. L’assenza di preferenze o di voti disgiunti rende impossibile, per i grandi elettori, andare a controllare quanti voti sono usciti in una determinata sezione. Tutto si perde nel magma della massa consentendo, si spera, un voto più sincero. Premesso questo, nel momento di difficoltà e confusione in cui annaspa il Pd locale, la necessità di ‘pescare’ elettori al di fuori dell’affollato parterre di sinistra. Oltre alle forze minori, infatti, il Pd teme la concorrenza a sinistra degli alleati di Sinistra Italiana/Verdi e, soprattutto, quella dei nemici del Movimento 5 Stelle che con la campagna elettorale mirata sul reddito di cittadinanza rischiano di dissanguare i dem a sud di Roma. Riuscirà Graziano nell’intento? Difficile a dirsi. Nella partita tra il teverolese e i moderati casertani si tiene in disparte il sindaco di Caserta Carlo Marino (nel tondo) che dal 26, con i Moderati dovrà avere a che fare per il rimpasto. Essendo Paolo Marzo una sorta di Thanos, capace di far dissolvere mezza maggioranza con lo schiocco delle dita, Marino si limita a guardare e non si strapperà i capelli dalla testa se Graziano non dovesse riuscire a conquistare i voti dei Moderati. La pace interna all’amministrazione del capoluogo sta infatti reggendo magnificamente. Tutti i consiglieri, perfino l’irrequieto Antonio De Lucia, si sono consegnati al silenzio appena rientrati dalle vacanze estive. Nessuna chiacchiera sul rimpasto che sarà di cui si tornerà a parlare solo dopo che le politiche avranno fatto il loro corso. Saranno le dimissioni preannunciate dall’assessore Luigi Bosco, dopo la candidatura di Liliana Trovato nel Pd e la rottura con Mastella, ad innescare il giro di valzer degli assessori anche se, prima di procedere, potrebbe essere necessario non solo attendere il risultato ma anche la formazione del governo visto che già negli ultimi anni si è assistito ad ogni tipo di possibile alchimia politica.