VILLA LITERNO – Con una pattuglia di siti web e diversi call center sarebbero riusciti a truffare oltre cento persone: è la tesi del pubblico ministero Daniela Pannone. Alle vittime, dal 2017 al 2020, avrebbero rifilato polizze assicurative false. Per la Procura di Santa Maria Capua Vetere, gli attori di questo mega raggiro sono 31 e per loro è stata avanzata richiesta di rinvio a giudizio. A rischiare il processo sono Federico Catena, 39enne, Dionigi Catena, 34enne, Vittorio Alfiero, 41enne, Andrea Alfiero, 41enne Antonio Di Dona, 45enne, Ayoub Mouzhir, 26enne, Yokoub Mouzhir, 24enne, tutti di Villa Literno, Salvatore Piccerillo, 45enne di Macerata Campania, Giuseppe Caterino, 27enne di Villa Literno, Dario Santoro, 54enne di S. Maria Capua Vetere, Davide Della Corte, 45enne di Villa Literno, Francesco Pacia, 42enne di San Marcellino, Nicola Di Tella, 52enne di Casaluce, Marco Catena, 29enne di Villa Literno, Michele De Rosa, 54enne di S. Maria Capua Vetere, Antonio Verone, 26enne di Villa Literno, Virgina Ranieri, 29enne di Cineto Romano, Giuseppe Catena,43enne di Villa Literno, Vincenza Castellari, 51enne di Capodrise, Marcello Benetenuto Paolella, 45enne di Falciano del Masico, Angelina Anna Mangiapelo, 31enne di Sant’Antimo, Filomena Di Marino, 44enne di Giugliano, Alberto Cateno, 34enne di Camigliano, Pietro Ponticelli, 35enne di Trentola Ducenta, Mario Corvino, 62enne di Casal di Principe, Raffaele Lucariello 39enne di Teverola. Secondo la Procura hanno fatto tutti parte di un’associazione a delinquere messa specializzata nel commettere truffe e riciclare denaro. Dovranno comparire dinanzi al giudice per l’udienza preliminare, seppur ritenuti estranei all’ipotizzato gruppo criminale, anche Alfredo Celiento, 28enne di Villa Literno, Francesco Saggiomo, 58enne di Napoli, Mario Pietropaolo, 25enne di Mondragone ed Emilia Potenza, 63enne di Villa Literno
Tre le accuse che vengono contestate, a vario titolo, ai 31 imputati anche singoli episodi di truffa, il trasferimento fraudolento di beni, lo svolgimento dell’attività assicurativa senza licenza e il riciclaggio.
Al vertice del gruppo, sostiene l’accusa, c’era Federico Catena. Sarebbe stato lui l’ideatore del complesso meccanismo criminale basato sulla contraffazione e commercializzazione, su web, di polizze assicurative tarocche. Avrebbe diretto uno dei due call center riconducibili all’associazione criminale (materialmente, dice la Procura, gestito da Piccerillo) con base prevalente a Cancello Arnone, dove convergevano le telefonate e i messaggi diretti alle numerazioni di telefonia connessi alle false agenzie assicurative pubblicizzate attraverso svariati siti internet.
I guadagni della presunta attività illecita confluivano su carte prepagate. Nella compagine malavitosa ci sarebbe stata anche una sezione, coordinata sempre da Catena, che si sarebbe preoccupata di andare a prelevare le somme sfruttando i diversi bancomat installati in provincia di Caserta.
L’altro call center usato gang sarebbe stato gestito da Dionigi Catena e aveva sede tra Villa Literno e Giugliano.
Nel collegio difensivo, gli avvocati Pasquale Diana, Mirella Baldascino, Nello Sgambato, Michele Di Fraia, Agostino D’Alterio, Luca Viggiano, Tammaro Diana, Domenico Della Gatta, Enrico Maglieri Iascone, Carlo De Stavola, Renato Kappelli, Giacomo Cassandro, Antonio Massimo Grillo, Francesco Ianniello, Marco Ucciero, Vincenzo Di Viao e Giuseppe Ugo De Rosa.
L’udienza preliminare prenderà il via a gennaio dell’anno prossimo dinanzi al giudice Pasquale D’Angelo del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere.
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Polizze false vendute dai call center, chiesto il processo per 31 imputati
Sono accusati a vario titolo di associazione a delinquere, truffa, trasferimento fraudolento di beni e riciclaggio