ROMA (LaPresse) – “Di allerta meteo non ce n’era stata una ma tre: tutte di codice giallo che in questa zona significa ‘serio pericolo'”. Il procuratore capo di Castrovillari, Eugenio Facciolla, è al lavoro su un’inchiesta, quella della tragedia del Raganello. Inchiesta che ha tutti i presupposti per essere lunga e complessa.
“Le condizioni meteo erano chiare”
Quel che è apparso chiaro fin da ieri è che il pericolo in quell’area meravigliosa che attraversa per 18 chilometri il Parco del Pollino era evidente viste le condizioni meteo. Ma chi è morto, o ha rischiato di morire, non lo sapeva.
“Le escursioni, con persone spesso inesperte, che più che guide sono accompagnatori, e non a caso fanno firmare una liberatoria per evitare qualsiasi responsabilità, sono a pagamento“. Lo ha spiegato Facciolla nell’intervista. “Per questo, spesso si preferisce rischiare. Magari sottovalutando le reali condizioni meteo, come è accaduto ieri. Quando considerata l’allerta diffusa il giorno prima, c’erano tutti i presupposti per stare alla larga da quel posto”.
Le insidie del parco del Pollino
La riserva delle Gole del Raganello “è una zona dove l’accesso non è controllato e le informazioni ai visitatori sono pressoché assenti – aggiunge -. Io stesso, che lavoro qui da due anni, ho scoperto solo la notte scorsa la totale assenza di informazioni e di un sistema di controlli di accesso all’area. Questo è sicuramente un tema che andrà approfondito perché non si ripetano più tragedie simili”.