TORINO – Polonia, l’Unione Europea ricorre alla Corte di giustizia contro la riforma della magistratura. La Commissione europea fa ricorso alla Corte di giustizia contro la riforma del sistema giudiziario della Polonia. Lo ha annunciato l’esecutivo comunitario. La legge sulla magistratura del 20 dicembre 2019 è entrata in vigore il 14 febbraio 2020. La Commissione ha inoltre deciso di chiedere alla Corte di giustizia di ordinare provvedimenti provvisori fino a quando non abbia emesso una sentenza definitiva. Secondo l’esecutivo, la legge “mette a repentaglio l’indipendenza dei giudici polacchi ed è incompatibile con il primato del diritto dell’Ue. Inoltre, impedisce ai tribunali polacchi, anche ricorrendo a procedimenti disciplinari, di applicare direttamente alcune disposizioni del diritto dell’Ue che tutelano l’indipendenza dei giudici e di sottoporre alla Corte di giustizia domande di pronuncia pregiudiziale su tali questioni”.
La Commissione ritiene anche che la Polonia violi il diritto dell’Ue consentendo alla Camera disciplinare della Corte suprema – la cui indipendenza non è garantita – di prendere decisioni che hanno un impatto diretto sui giudici e sul modo in cui esercitano la loro funzione. Tra queste questioni rientrano i casi di revoca dell’immunità dei giudici, al fine di avviare un procedimento penale contro di loro o di trattenerli, e la conseguente sospensione temporanea dall’incarico e la riduzione del loro stipendio. “La semplice prospettiva per i giudici di dover affrontare un procedimento dinanzi a un organo la cui indipendenza non è garantita crea un ‘effetto agghiacciante’ per i giudici e può incidere sulla loro stessa indipendenza. La Commissione ritiene che ciò metta seriamente a repentaglio l’indipendenza della magistratura e l’obbligo di garantire una protezione giuridica efficace, e quindi l’ordinamento giuridico dell’Ue nel suo insieme”, afferma la Commissione.
La Commissione ritiene anche che la Polonia violi il diritto dell’Ue consentendo alla Camera disciplinare della Corte suprema – la cui indipendenza non è garantita – di prendere decisioni che hanno un impatto diretto sui giudici e sul modo in cui esercitano la loro funzione. Tra queste questioni rientrano i casi di revoca dell’immunità dei giudici, al fine di avviare un procedimento penale contro di loro o di trattenerli, e la conseguente sospensione temporanea dall’incarico e la riduzione del loro stipendio. “La semplice prospettiva per i giudici di dover affrontare un procedimento dinanzi a un organo la cui indipendenza non è garantita crea un ‘effetto agghiacciante’ per i giudici e può incidere sulla loro stessa indipendenza. La Commissione ritiene che ciò metta seriamente a repentaglio l’indipendenza della magistratura e l’obbligo di garantire una protezione giuridica efficace, e quindi l’ordinamento giuridico dell’Ue nel suo insieme”, afferma la Commissione.
(LaPresse)