Roma, 31 mag. (LaPresse) –
Si chiude il cerchio sui responsabili materiali dell’attentato incendiario al Comune di Pomezia dell’aprile 2017: tre persone finiscono in manette e ora è caccia ai mandanti.
I carabinieri del Nucleo investigativo di Frascati e della Compagnia di Pomezia, vicino a Roma, hanno eseguito un’ordinanza che dispone misure cautelari per i tre, accusati del tentato incendio degli uffici del Comune e del rogo nei locali di un negozio verificatosi invece nel febbraio 2016. Di fatto si chiude il cerchio sugli esecutori materiali e su uno dei mandanti intermedi dell’incendio per il quale nel maggio del 2017 era stato già arrestato un 43enne, noto alle forze dell’ordine, originario di Roma e residente ad Anzio.
Grazie ad alcune testimonianze e all’analisi delle telecamere installate presso l’edificio, gli inquirenti hanno accertato che due persone, attraverso una finestra protetta da grate in ferro, avevano cercato di dare fuoco alla struttura con una bomba incendiaria costituita da tre taniche da 5 litri l’una, contenenti del liquido infiammabile. I due uomini, per appiccare l’incendio, avevano utilizzato una bottiglia molotov contenente benzina che, per errore, aveva causato l’esplosione anticipata con la propagazione delle fiamme che, fra l’altro, avevano investito uno degli autori. Nel corso del sopralluogo, infatti, erano stati rinvenuti nelle immediate vicinanze un giubbino, al cui interno era stato recuperato anche un telefono cellulare quasi completamente distrutto, e parte di un altro indumento, entrambi deteriorati dalle fiamme.
Le indagini, si erano indirizzate nel giro di poco tempo verso l’uomo rimasto ustionato, rintracciato dopo qualche tempo ad Ardea e arrestato.
Le tre persone arrestate oggi sono considerate tutte vicine al primo fermato: si tratta di un 36enne di origine bosniaca con numerosi precedenti penali, ritenuto il promotore del gruppo, un 31enne e una 24enne, italiani e all’epoca conviventi, tutti domiciliati fra Torvajanica ed Ardea.
Gli arrestati sono ritenuti responsabili, con altri ancora non identificati, anche dell’incendio di un grande negozio di bricolage, avente sede in Pomezia, via del Mare 87. Nella notte dell’11 febbraio 2016, dopo un primo tentativo fallito il 13 gennaio dello stesso anno, si era sviluppato il rogo che aveva interessato inizialmente l’esposizione esterna degli arredi da giardino ed il magazzino di stoccaggio della merce e poi l’intero stabile, impegnando per diverse ore i vigili del fuoco per le operazioni di spegnimento e la messa in sicurezza dello stabile. L’incendio, di vaste dimensioni, aveva distrutto di fatto tutto lo stabile causando ingenti danni.
Nelle fasi operative dell’esecuzione dell’ordinanza del gip, uno dei tre soggetti è stato denunciato anche per la detenzione di tre manufatti artigianali esplodenti, rinvenuti e sequestrati durante la perquisizione presso la sua abitazione.
Gli arrestati sono stati portati nel carcere di Velletri, ad eccezione della donna che è stata invece sottoposta agli arresti domiciliari presso la propria abitazione.