ROMA – “Erano le 11:36 di quattro anni fa quando crollò il Ponte Morandi. Come si è svegliata la Liguria stamattina? “Come ormai per il quarto anno si è svegliato con le stesse tre potenti sensazioni: quella di dolore per le quarantatré persone che non ci sono più, poi con la richiesta di giustizia che guarda il tribunale di Genova e il processo in corso che spero possa concludersi con la verità e nel più breve tempo possibile e poi consentitemelo con orgoglio di andare oggi ad andare a ricordare quella giornata sotto un ponte ricostruito. Un ponte bello, con la penna di Renzo Piano e ricostruito in dei tempi diventati in qualche modo un modello per il Paese. L’impegno di questi anni della città di Genova ha ricucito un po’ se non il dolore dei familiari quella ferita, quello strappo che si era consumato quando quel ponte è crollato”. Così il presidente della regione Liguria e di Italia al Centro, Giovanni Toti, ospite questa mattina durante Non Stop News con Barbara Sala, Enrico Galletti e Massimo Lo Nigro.
Si può immaginare che quella ricostruzione che è avvenuta possa riguardare in qualche modo anche l’Italia nel cammino che ci porterà alle elezioni? “Soprattutto quello che succederà dopo le elezioni. Continuo a pensare che quei due anni in cui abbiamo ricostruito un ponte siano un tempo ragionevole, in altre parti del mondo lo sarebbero assolutamente, in altri casi potrebbero essere più corti. Bisogna che la politica torni a fare la politica, che torni ad avere il coraggio di scegliere, di fare leggi applicabili, di riformare codici con cui affidiamo i lavori, le griglie con cui si fanno i controlli dei lavori che stiamo facendo. Bisogna che la politica si riassuma le responsabilità dopo anni in cui ha fatto esattamente l’opposto. Ha scaricato le responsabilità su leggi complicatissime che impediscono di fare le cose più normali in questo Paese e al contempo è andata in giro per le piazze a promettere cose irrealizzabili. La separazione tra quello che si riesce a fare in questo Paese e quello che si promette è diventato qualcosa di insopportabile. Cerchiamo di fare una campagna elettorale sobria, di promettere quello che potrà accadere e di farlo accadere davvero”, prosegue Toti.
Le parole del Ministro della Giustizia Marta Cartabia alla presidente del comitato vittime del Morandi. “L’anno scorso il Ministro Cartabia fu qui, donna molto seria. Penso che la risposta abbia dei toni appropriati, dopodiché la giustizia è un grande malato di questo Paese per molte ragioni. Spero che il prossimo governo possa fare quel pezzettino di strada in più che il governo Draghi e il ministro Cartabia non sono riusciti a fare, anche perché come noto erano un governo che tenevano all’interno quelle stesse forze che aveva voluto la riforma Bonafede, che considero una delle grandi iatture di questo Paese. Per quanto riguarda il processo Morandi vorrei ringraziare il Tribunale di Genova che lo sta conducendo, l’ha condotto. Anche il procuratore Cozzi ora in pensione ha pensato le consegne qualche mese fa con grande sobrietà e impegno. Credo si arriverà a una verità giudiziaria che non ricucirà il dolore ma comunque è un primo passo di riconciliazione tra quelle famiglie e lo Stato”, conclude Toti.
(LaPresse)