Secondo il WWF, tutti i dati attualmente disponibili indicano che il Ponte sullo Stretto è un’opera insostenibile. L’associazione ambientalista evidenzia i rischi legati sia all’impatto ambientale, in una delle aree più cruciali per la biodiversità europea, sia ai costi per lo Stato, già esorbitanti e destinati a crescere.
“Quest’opera presenta costi certi e sottostimati, a fronte di presunti vantaggi che sono virtuali e calcolati in modo discutibile”, ha dichiarato Gaetano Benedetto, presidente del Centro Studi WWF Italia, intervenendo al corteo nazionale “NO Ponte” a Messina, un evento sostenuto da oltre 80 tra associazioni, comitati e organizzazioni sindacali.
Benedetto ha lanciato un appello alla responsabilità al governo Meloni, tracciando un parallelo con il 2013, quando il governo Monti fermò il progetto. All’epoca, il debito pubblico italiano ammontava a 2067 miliardi e il piano prevedeva la partecipazione di capitali privati. Oggi, con un debito che si avvicina ai 3mila miliardi, il governo intende finanziare l’opera interamente con fondi pubblici. Una decisione che il WWF definisce “un gesto pericoloso per il futuro non solo ambientale, ma anche economico del nostro Paese”.
L’associazione critica inoltre le azioni intraprese finora dall’esecutivo, giudicandole parziali. Le analisi ambientali, secondo il WWF, necessitano di approfondimenti, dato che la commissione VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) ne ha prescritto una durata di almeno un anno, e i test strutturali e sismici devono ancora essere effettuati.
A conferma di queste carenze, Benedetto ha citato il parere negativo della Corte dei Conti, che ha sollevato obiezioni sull’applicazione delle normative ambientali e in materia di appalti. “Il buon senso ha già bocciato da tempo il progetto del Ponte sullo Stretto. Ora è il momento che anche il governo si fermi”, ha concluso.
