NAPOLI – Lo cercavano da oltre un mese. Polizia e carabinieri erano sulle tracce di Umberto Dello Iacolo. Ma sono gli agenti del commissariato Ponticelli a trovarlo in un circolo in via Eduardo Scarpetta ieri notte. L’ultima persona ancora irreperibile. Gli hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare per tentata estorsione, in concorso con altre persone. Il 27enne è soprannominato ’o cecato ed è ritenuto dagli inquirenti vicino ai De Martino.
Lo scenario
Per oltre trenta giorni è stato un ‘fantasma’ per le forze dell’ordine. Gli agenti lo hanno cercato al rione Fiat più volte con blitz mirati e perquisizioni. Ma nulla. Tanto da ipotizzare che si spostasse solo di notte. Di giorno probabilmente limitava i movimenti. Quasi certamente è andata così, riflette un investigatore esperto. E le pattuglie avevano avviato dei servizi specifici fino all’alba negli ultimi giorni. Così gli esperti della squadra investigativa sono riusciti a rintracciare Umberto Dello Iacolo ieri notte. Non solo. C’erano persone nel circoletto in quel momento e i poliziotti esaminano le loro posizioni.
Fermato a Ferragosto
Prima di lui era stato fermato Gesualdo Sartori (irreperibile solo per pochi giorni). La sera di Ferragosto i poliziotti della squadra mobile lo avevano fermato in un villaggio a Castelvolturno. Da 48 ore setacciavano l’arenile casertano, dopo aver trovato una traccia da seguire. Un vero e proprio blitz sul lungomare tra i bagnanti. Il trentenne è ritenuto vicino all’articolazione D’Amico-Mazzarella. Gli accertamenti coordinati dalla procura della Repubblica. Ora la polizia ha chiuso il cerchio dopo l’indagine per tentata estorsione a un commerciante di Volla.
Il blitz del 9 agosto
L’ordinanza di custodia cautelare è stata notificata a undici persone. Non ci sono persone irreperibili.bNel blitz del 9 agosto erano stati fermati anche Giuseppe e Salvatore De Marino (figli del ras Francesco De Martino, non coinvolto nell’indagine). Non solo. Stesso provvedimento per Cristian Alberto, 25 anni, Salvatore De Micco, 26 anni, Gianluca Di Paola, 34 anni, Germano Iavarone, 21 anni, Mario Noto, 34 anni e Giovanni Prisco, 26 anni e Bartolo Zuccoia, 27 anni. I fatti contestati si riferiscono a maggio. Gli inquirenti hanno spiegato che era stato necessario intervenire il prima possibile, perché la vittima si era rifiutata di pagare e le richieste erano sempre più pressanti.
In pochi giorni gli investigatori hanno ricostruito la mappa e i ruoli. Avrebbe operato tre paranze in simultanea, per costringere l’imprenditore a versare il denaro. Prima gli Aprea di Barra, poi i De Micco Micco-De Martino, spalleggiati dai Mazzarella. Nell’inchiesta sono confluite le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia anche recenti, come Antonio Pipolo. Gli inquirenti hanno ricostruito anche gli scenari. Il ‘pizzo’ sarebbe servito non solo per fare cassa, ma pure per controllare il territorio. Una sorta di ‘garanzia’ per il clan dominante: qui ora ci siamo noi. Era necessario che la vittima si piegasse alle minacce. Così non è stato.
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