NAPOLI – Non solo droga a Ponticelli. Il clan De Luca Bossa avrebbe trovato una nuova fonte di guadagno. Secondo quanto emerso da recenti informative redatte a seguito di controlli eseguiti sul territorio, il sodalizio avrebbe preso il pieno controllo del Lotto ‘10’ di via Botteghelle, un complesso di edilizia popolare di proprietà del Comune. In questa zona diverse abitazioni sarebbero state occupate abusivamente. Ed è proprio questo ‘corto circuito’ che avrebbe favorito l’infiltrazione della camorra.
I residenti, infatti, per timore di essere allontanati dagli appartamenti occupati illegalmente sarebbero costretti a subire passivamente le pressioni del ‘sistema’. Già in passato, riferiscono le forze dell’ordine che seguono la situazione, i De Luca Bossa, tramite una loro referente, avevano preso il controllo delle pulizie condominiali, imponendo ai residenti operatori di loro fiducia. Non solo. Anche la possibilità di lasciare l’auto in sosta, sebbene i parcheggi siano pubblici, è vincolata all’assenso del clan, assenso concesso solo dietro pagamento di una somma mensile.
Infine, la compravendita delle abitazioni. Anche in questo campo, la cosca avrebbe assunto una posizione di forza imponendo a chi volesse occupare abusivamente un’abitazione, il pagamento di diverse migliaia di euro per prendere possesso dei locali. Una situazione che, come hanno segnalato diversi residenti,andrebbe avanti da diversi mesi.
In passato, a gestire il tutto per conto dell’organizzazione criminale, era una donna, legata da vincoli di parentela alle cosiddette ‘Pazzignane’ ossia Vincenza Maione e Luisa De Stefano, le due donne arrestate mesi fa con l’accusa di aver partecipato attivamente all’omicidio di Raffaele Cepparulo e dell’innocente Ciro Colonna. Sarebbe stata lei fino a poco tempo fa a raccogliere il denaro dai residenti e poi a versarlo nelle casse dell’organizzazione.
Era già accaduto alcuni anni fa quando, insieme ad esponenti dei De Luca Bossa e dei Minichini, si occupava di raccogliere le estorsioni nella zona di vico Soprammuro, a ridosso di piazza Mercato. Era il periodo in cui il ‘Blocco Est’, come qualcuno aveva soprannominato l’alleanza contro i Mazzarella guidata dai Rinaldi del rione Villa, aveva esteso la sua influenza anche su parte del centro di Napoli. Di lei, infatti, hanno parlato diversi collaboratori di giustizia tra cui Tommaso Schisa, figlio della De Stefano, indicandola come esattrice per conto dell’alleanza.
Un ruolo che avrebbe ricoperto fino a quando, i Mazzarella, dopo essersi riorganizzati, non la cacciarono armi in pugno dalla zona. In quell’occasione, hanno riferito i pentiti, la donna scampò a un agguato organizzato dai rivali. Mentre era insieme a un complice impegnata nel giro di raccolta del ‘pizzo’, fu affrontata dai sicari dell’organizzazione rivale che le esplosero contro diversi colpi di pistola. Solo per miracolo riuscì a scamparla e a fare ritorno a Ponticelli.
Da quel momento, riferiscono le forze dell’ordine, il clan le avrebbe affidato la gestione del Lotto ‘10’ e, soprattutto, il compito di raccogliere il pizzo dai suoi residenti. Un compito che avrebbe continuato a svolgere nonostante i colpi inferti dall’azione dello Stato al ‘Blocco Est’. Il controllo delle case popolari a Ponticelli è una tradizione del ‘sistema’.
Il pentito Salvatore Manco, in uno dei suoi verbali indicò Ciro Sarno come “il capo dell’omonimo clan” e spiegò l’origine del suo soprannome, ovvero ’O sindaco. “Tale soprannome è dovuto al fatto che egli disponeva le assegnazioni delle case popolari site nel rione De Gasperi, anche in deroga alle assegnazioni ufficiali”. “assegnava” le case popolari ad affiliati del clan estromettendo i legittimi assegnatari; ciò non solo per favorire gli appartenenti al clan, ma anche per rafforzare il vincolo associativo facendo abitare gli affiliati tutti vicini.