NAPOLI – La faida è finita? Per gli investigatori che lavorano sulla guerra che da quasi un anno si combatte nell’ex regno dei Sarno non è così. Le bombe e gli spari non si sentono più da settimane, ma è solo questione di affari. Perché quando le forze dell’ordine tengono sotto osservazione un territorio, allora gli affari sporchi si fermano. Inevitabilmente. Tuttavia investigatori dislocati sul territorio hanno parlato di movimenti inequivocabili, di vere e proprie ronde armate che continuano a girare per il quartiere. Sei da una parte i De Luca Bossa-Minichini e dall’altra i De Martino-De Micco sono arroccati nei rispettivi rioni, i gruppi di fuoco continuano a spostarsi per marcare i confini o far sentire la propria presenza. La guerra fredda dei clan si combatte anche così. Senza sparare. Senza far esplodere ordigni. Le batterie dei clan sono formate da almeno tre motociclette: un veicolo veloce (quasi sempre viene utilizzato uno scooter leggero senza armi) che precede di circa venti metri il gruppo di fuoco (una moto potente con in sella un passeggero armato). Segue poi a breve distanza un altro motorino, anche questo senza armi. Lo scooter che fa da ‘battistrada’ serve ad evitare un eventuale controllo delle forze dell’ordine. Se lo incontra, si lancia letteralmente verso il posto di blocco (“in braccio alle guardie”), consentendo alla moto con in sella il commando armato di fare inversione e di allontanarsi a tutta velocità. Un movimento notato più volte nella zona di Ponticelli, in particolare in alcuni rioni che si ritengono controllati dal cartello De Luca Bossa-Casella-Minichini, legato ai Rinaldi-Reale-Formicola di San Giovanni a Teduccio, federato con i Cuccaro-Aprea e con la potente alleanza di Secondigliano. Cortei che potrebbero essere un affronto da parte del gruppo rivale, quello dei De Martino-De Micco che, malgrado il presidio sul territorio, starebbero continuando il proprio marketing criminale con queste dimostrazioni di forza. Quando in una ronda armata il commando punta l’obiettivo, i due scooter si fanno da parte con una manovra rapida e lasciano passare il gruppo di fuoco in moto. Spesso nelle immagini che filmano un agguato, registrate dagli impianti di videosorveglianza, si vede uno scooter precedere la moto che apre il fuoco. Ma non solo. La faida di Ponticelli è stata dirottata anche sui social. E’ dai profili dei contendenti che si evincono messaggi inequivocabili di una pace di là da venire. Come accadde per Luigi Aulisio che, dopo aver subito un agguato, scrisse un post in cui diceva: “Non mi hanno fatto niente”, sminuendo l’azione di fuoco. La guerra fredda e social continua, ma la faida non è finita.
Ponticelli, killer armati in strada e guerra in pausa per i business
Malgrado non ci siano spari e bombe, notate ‘dimostrazioni di forza’