Ponticelli, la faida dei pestaggi: picchiato gestore di una piazza di spaccio

Marco De Micco e Salvatore Montefusco

La strategia parallela della camorra di Ponticelli: i pestaggi. Oltre alle armi, il clan De Micco impone il proprio potere con le aggressioni. Diverse quelle che si stanno registrando tra le palazzine popolari di Napoli est. Si parte dal pestaggio di un 14enne. Il ragazzino è fratello del braccio destro di Alessio Bossis, il boss di 22 anni ucciso nell’ottobre del 2022 nel parcheggio del centro commerciale ‘In Piazza’ a Volla. Il 14enne è stato accerchiato e pestato (colpito anche con il calcio di un’arma) nei pressi del Parco Fratelli De Filippo. La sua ‘colpa’, appunto, è quella di essere fratello di un uomo di Bossis, personaggio inviso alla camorra locale tanto da pagare con la vita le sue ambizioni. Poche ore prima, un 15enne aveva accoltellato il fratello minore proprio di Bossis, sempre a Volla, al termine di una lite scaturita per futili motivi. Dalle palazzine filtra anche altro. Un nuovo pestaggio. La ‘firma’ sarebbe ancora una volta dei De Micco, così com’è successo al 14enne in viale Aldo Merola. Uomini del clan si sarebbero recati nell’isolato 10 del rione De Gasperi e si sarebbero accaniti contro il gestore di una piazza di spaccio. Quindi la fuga dopo la spedizione punitiva ‘lampo’. Nel rione De Gasperi la tensione è alle stesse. La zona fa parte della mappa geocriminale di ‘competenza’ dei De Micco. Ma da qualche mese, nel De Gasperi, avanza un nuovo gruppo criminale. Un clan emergente, che si starebbe imponendo proprio attraverso l’affare droga.
Qualche mese fa, infatti, i vertici della nuova cosca, avrebbero imposto ai gestori delle piazze di spaccio dei De Micco di non versare la quota ai Bodo. In cambio, ovviamente, del passaggio al nuovo gruppo criminale. Qualcuno l’ha fatto, altri no. Ma fu comunque un segnale ai ‘padroni’ di Ponticelli. Il clan emergente avrebbe due figure di spicco. La prima è rappresentata da Salvatore Montefusco, alias Zamberletto, uscito di recente dal carcere. Dopo mesi di apparente ‘pax mafiosa’, i De Micco sono passati all’attacco. Martedì scorso l’agguato ai danni di Emanuele Pietro Montefusco, venditore ambulante di rotoli di carta, assassinato a colpi di pistola in via Argine. Emanuele Pietro Montefusco è il fratello di Salvatore Montefusco Zamberletto. Le indagini sull’omicidio (e non potrebbe essere altrimenti) guardano ai De Micco. Che, dopo il delitto, avrebbero portato a termine altri raid punitivi: il pestaggio del 14enne, quello del gestore della piazza di spaccio dell’isolato 10 del rione De Gasperi. E, sembra, anche un’aggressione ai danni di una donna. La sensazione è che i Bodo, soprannome del boss Marco De Micco (in carcere per l’omicidio di Carmine D’Onofrio, figlio illegittimo di Giuseppe De Luca Bossa e nipote del capoclan Antonio De Luca Bossa), abbiano adottato una nuova strategia, quella della violenza, dopo aver navigato per mesi nell’ombra subendo le iniziative del clan emergente. La vendetta, d’altronde, è un piatto che va servito freddo.

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