MILANO – La portabilità dei dati come la portabilità dei numeri di telefono. Da oggi è possibile grazie ad una iniziativa dei principali giganti della tecnologia, quali Google, Facebook, Microsoft e Twitter. Il progetto riguarda i dati che sono sul ‘cloud’, ovvero la ‘nuvola’ di Internet. E si chiama ‘Data Transfer Project’, ma desta perplessità da parte degli esperti di sicurezza.
‘Interoperabilita’, la parola chiave
La parola chiave del Data Transfer Project è interoperabilità ed è uno degli effetti della nuova normativa europea sulla privacy (Gdpr) entrata in vigore a fine maggio. Una delle norme al suo interno, infatti, ha imposto il diritto alla portabilità dei dati personali degli utenti. Le informazioni oggetto di trasferimento sono quelle trattate sulla base di un contratto o di un consenso. Includono foto, mail, contatti, calendario, tra le più popolari sui nostri dispositivi.
L’agevolazione ‘criptata’
Oggi se una persona vuole trasferire tutti questi dati da una piattaforma online ad un’altra, nella maggiore parte dei casi deve scaricare l’insieme delle informazioni personali e poi ricaricarlo. In base a questa iniziativa sarà realizzato uno strumento che consentirà più facilmente il passaggio da una piattaforma all’altra. Avverrà in un formato standardizzato e criptato, cioè illeggibile all’esterno e si spera più sicuro da intrusioni hacker.
Lo stratagemma
L’iniziativa può anche essere il modo per diverse aziende tecnologiche che non crescono più come prima, come dimostrano le ultime trimestrali, e devono iniziare ad accaparrarsi i clienti l’una dell’altra. “Il tempo delle piattaforme-silos è superato dagli eventi, per continuare a incrementare i rispettivi business devono aprire le porte dei recinti e creare un flusso di utenti ‘nomadi’, invogliandoli a passare da una piattaforma all’altra, cioè a ‘consumare’ di più, mentre oggi i dati e i loro titolari sono ‘prigionieri’ delle varie piattaforme”, spiega all’ANSA Andrea Zapparoli Manzoni, esperto di sicurezza informatica.