Porto di Trieste, presidio ‘No Green Pass obbligatorio’: interviene la polizia

Ci sono volute un paio d’ore alle forze dell’ordine, intervenute con idranti e manganelli, per sgomberare il presidio organizzato dai lavoratori da venerdì scorso

Foto Duccio Pugliese/LaPresse

Interviene la polizia al porto di Trieste per lo sgombero del presidio organizzato dai manifestanti anti Green Pass e i lavoratori portuali, in essere dalle prime ore di venerdì 15. Ci sono volute un paio d’ore per disperdere la folla.

I disordini

La polizia, penetrata all’interno del porto, ha raggiunto il varco 4 dove erano presenti, seduti a terra, lavoratori portuali e manifestanti, in tutto non più di 300 unità al grido di “La gente come noi non molla mai” e “Libertà, Libertà”. Gli agenti, in tenuta antisommossa, hanno prima cercato di convincerli ad abbandonare il presidio “in nome della legge – ha gridato un dirigente – dovete liberare il porto per favore, voglio evitare che vi facciate male”, a cui gli operai hanno risposto: “Non siamo violenti, toglietevi gli scudi, Arretrate: pace, amore e libertà”, poi sono stati costretti ad azionare gli idranti e successivamente a utilizzare i manganelli. I lavoratori portuali, in tuta gialla, hanno dato vita ad un cordone posto tra la polizia e i No Green Pass per evitare altri contatti e garantire l’incolumità.

Il malore e le lacrime

Durante il marasma un portuale pare sia stato colto da malore: caduto a terra, è stato portato in ambulanza in ospedale. Alcuni manifestanti sono stati fermati, altri sono raccolti nel parcheggio in fondo alla zona presidiata da venerdì scorso. “Sono in lacrime – ha dichiarato il leader del coordinamento dei portuali, Stefano Puzzer -. Sono triste per queste persone. Stiamo pregando. Siamo tutti qui tranquilli”.

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