MADDALONI – Povertà diffusa, degrado culturale, presenza della camorra: dopo il pestaggio del parroco in chiesa e le file per ricevere gli alimenti che si ingrossano sempre più due associazioni di volontari, la Caritas con don Antimo Vigliotta e due parrocchie con don Antonio Traviso propongono soluzioni per fronteggiare l’emergenza. Per Antimo Suppa, presidente dell’associazione l’Albero della Vita onlus, “Serve una cittadella del volontariato, l’ex macello sarebbe una sede ideale. Dovrebbe diventare il centro delle attività e di coordinamento di tutte le attività di volontariato a Maddaloni”. Nella sede del centro polifunzionale in corso I Ottobre che l’associazione gestisce dopo aver ricevuto in affidamento i locali confiscati alla camorra, i giovani portano avanti una serie di attività culturali, musicali, letterarie, sociali.
L’Emporio della Legalità invece fornisce alimenti due volte a settimana, il lunedì e il giovedì, a circa 150 famiglie. “Complessivamente sono quasi 800 persone” aggiunge Suppa. L’associazione sfruttando la legge Gadda che regola con una serie di disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarietà sociale e per la limitazione degli sprechi, riesce non senza fatica e grazie alla collaborazione di tante attività commerciali, prodotti prossimi alla scadenza o comunque non utilizzati per distribuirli alle famiglie che si presentano all’Emporio della legalità.
“Bisogna sapere che chi ci dona tali alimenti ha una detrazione sull’Iva del 22%” aggiunge Suppa. Il prossimo progetto è quello di coinvolgere gli operatori del mercato della città. Don Antimo Vigliotta della Caritas diocesana di Caserta ha affermato: “Noi interveniamo su richieste particolari delle parrocchie per casi eccezionali anche per aiuti medici e visite, bollette dei consumi, medicinali”. Don Antonio Traviso regge due parrocchie in città, quella di Santa Margherita nella zona dei Formali e quella di Santa Sofia, in periferia. “Questa particolare posizione permette di osservare il disagio che si vive in periferia e quella che si affronta invece in centro storico” afferma don Vigliotta. A Santa Margherita la parrocchia gestisce la Caritas parrocchiale in via Cucciarella nella ex sede della casa del custode della scuola Brancaccio. Offrono servizi come pacchi alimentari, ascolto, emporio di abiti usati per bambini e adulti e nei limiti del possibile si portano a termine collette e aiuti per fare fronte a spese di famiglie che non hanno la possibilità di sostenerle. Con l’aiuto di qualche medico si forniscono consulenze gratuite.
“Siamo parroci di frontiera perché operiamo in un contesto molto difficile da un punto di vista sociale” aggiunge don Antonio. Poi aggiunge: “Il degrado culturale e sociale porta i giovanissimi a prendere altre strade, quelle dell’illegalità. E’ per questo che poi alcuni di loro si ritrovano nelle piazze di spaccio di droga in città”. Chi approfitta di tale situazione è la malavita. La criminalità organizzata, a Maddaloni, fortunatamente ha perso parte del potere che aveva anni fa. Ma la mentalità camorrista resta. Si tocca con mano. Ne sanno qualcosa proprio i volontari che gestiscono la sala polivalente. I locali furono confiscati al clan Marciano. Loro, i familiari degli esponenti di quella cosca, hanno i loro interessi economici a pochi metri dalla sala polifunzionale. I volontari sono ampiamente vaccinati contro quell’atteggiamento mafioso e di scherno che mostrano i malviventi nei loro confronti. Anticorpi che stanno adesso trasmettendosi da giovane in giovane, giorno per giorno.