Pozzuoli, gli sfollati: “Rischiamo di finire per strada”

Da lunedì gli sfollati del bradisismo rischiano di finire per strada. E per evitare questo ennesimo scenario drammatico hanno deciso di inviare una lettera alle massime cariche istituzionali locali e nazionali. “Siamo alcune delle famiglie sfollate dopo il sisma dello scorso 20 maggio, residenti nel comune di Pozzuoli – si legge in apertura di lettera – Siamo tra le famiglie fortunate che sono riuscite a essere collocate nelle strutture alberghiere fino al prossimo 15 luglio e famiglie meno fortunate che ancora non hanno un tetto”. Dopo l’incubo della scossa dello scorso 20 maggio (la più forte degli ultimi 40 anni), per gli sfollati era arrivata una speranza pochi giorni fa, quando hanno “preso atto dell’emanazione di un apposito decreto che tra i vari punti impegna tutta la filiera istituzionale a sostenere le famiglie attualmente sfollate con un contributo economico per l’autonoma sistemazione. Siamo consapevoli – riconoscono gli sfollati – dello sforzo economico cui si sta facendo fronte, ma allo stesso tempo vorremmo porre alla vostra attenzione la contraddizione che si sta sviluppando nelle aree immediatamente fuori dalla zona rossa, relativamente, appunto, al reperimento di soluzioni abitative per le quali verranno erogate le risorse per l’autonoma sistemazione. In primis ci teniamo a sottolineare che già nei giorni e settimane successive il 20 maggio si è verificato un aumento inaspettato dei canoni di locazione. E’ bene evidenziare che le zone limitrofe il cosiddetto ‘cratere bradisismico’ sono zone ad alta vocazione turistica e, come è normale che sia, soprattutto nel periodo estivo hanno costi per vacanzieri”. La lettera è indirizzata al presidente del Consiglio Giorgia Meloni, al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al prefetto di Napoli Michele di Bari, al sindaco di Pozzuoli e a quello di Napoli, al presidente della Regione Vincenzo De Luca, al ministro Nello Musumeci. “Non abbiamo alcuna intenzione di fare vacanze estiva – sottolineano – dopo questi mesi di esistenza sospesa non ne abbiamo alcuna forza, piuttosto riteniamo e pretendiamo che venga riconosciuta la nostra dignità. Abbiamo vissuto per mesi lottando per riuscire ad andare a lavoro o portare i nostri figli a scuola, cercando di mantenere un’apparente normalità. Le nostre case, sono chiuse, inaccessibili, come i nostri arredi, i giocattoli dei nostri figli e le nostre cose, reperibili solo quando le agibilità verranno ripristinate. Un processo che richiede tempi lunghi, che richiede risorse ingenti. Risorse che chi vive del frutto del proprio lavoro, spesso non ha, risorse che, anche volendo, i locatari non possono spendere”. La seconda parte dell’incubo risale alle scorse ore: “Stiamo continuando a ricevere telefonate da parte di funzionari comunali che sollecitano la compilazione delle domande per l’autonoma sistemazione avvertendoci che entro il 15 luglio dovremo lasciare gli alberghi che ci ospitano. Forse non è chiaro che il 15 luglio è ‘domani’ e noi non abbiamo dove andare. Centinaia di persone saranno lasciate per strada con la promessa di qualche centinaia di euro che non riusciranno ad utilizzare per trovare una casa. Le istituzioni locali continuano a ripetere che non ci saranno proroghe e che l’unica risorsa disponibile saranno i soldi per l’autonoma sistemazione, che potranno essere spesi come si vuole non dovendo rendicontare nulla”. “Non chiediamo elemosine tantomeno svendiamo la nostra dignità – urlano gli sfollati – Come cittadini italiani pretendiamo rispetto, e chiediamo all’intera filiera istituzionale che venga prorogata la sistemazione alberghiera con adeguate coperture economiche nell’attesa che si trovino le corrette modalità per utilizzare le risorse per l’autonoma sistemazione che altrimenti non saranno altro che l’ ennesima truffa ai danni dei cittadini puteolani. Siamo umani e non bestie da mandare a pascolare nei prati. Chiediamo pertanto immediata proroga per la soluzione alberghiera ed estensione della stessa per tutti coloro che ancora non sono stati sistemati”.

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