Una bomba destinata ad esplodere e che, in ogni caso, potrebbe fare non pochi danni. L’ha lanciata il ‘Financial Times’ che ha messo il presidente del consiglio Giuseppe Conte nel mirino. Secondo il celebre quotidiano a stelle e strisce, infatti, il premier sarebbe collegato ad un fondo di investimento indagato dal Vaticano. Da Palazzo Chigi la risposta non si è fatta attendere: “Il premier è tranquillissimo”, hanno fatto sapere. Ma in realtà potrebbe non essere così.
Cosa dice il Financial Times
Quel fondo di investimento sostenuto dal Vaticano, al centro di un’indagine per corruzione, sarebbe direttamente collegato Giuseppe Conte, che avrebbe prestato consulenza legale prima di essere nominato premier. Secondo il Financial questo collegamento con Conte sarebbe rivelato in alcuni documenti scritti: “Conte – si legge – era un accademico di Firenze poco conosciuto quando è stato assunto a maggio 2018 per fornire un parere legale a favore di Fiber 4.0, un gruppo di azionisti coinvolto in una lotta per il controllo di Retelit, una società italiana di telecomunicazioni lo scorso anno. L’investitore principale in Fiber 4.0 è stato l’Athena Global Opportunities Fund, finanziato interamente per 200 milioni di dollari dal Segretariato Vaticano e gestito e di proprietà di Raffaele Mincione, un finanziere italiano”.
Gli aspetti della vicenda
E in questo frangente Conte avrebbe firmato la tanto controversa consulenza. In più il governo Conte, a inizio giugno 2018, decise di esercitare i poteri speciali sulla modifica della governance della società di comunicazioni Retelit spa, seguendo il parere espresso per conto dalla società dallo stesso Conte poche settimane prima, quando era solo un giurista. È necessario chiarire che su tutto questo che è stato annunciato dal Financial Times dovranno essere effettuate delle verifiche. Ma è altrettanto chiaro che, in un momento storico così complicato per il Governo, questa bomba di certo non gioverà al M5S e allo stesso Conte.