LONDRA – L’ex primo ministro britannico Tony Blair potrebbe prendere in mano le redini della Premier League. Il campionato di calcio più famoso del mondo, infatti, si trova attualmente senza un numero uno solo le dimissioni di Richard Scudamore.
Nome gradito ai presidenti della Football Association
Il nome di Blair è stato fatto nelle discussioni informali tra i club del campionato inglese. Il leader laburista, primo ministro del Regno Unito dal 1997 al 2007, ha segnato una vera e propria epoca nel suo Paese e nel suo partito. Ma non solo. Dopo l’avventura politica quella da inviato speciale ufficiale del Quartetto sul Medio Oriente, fino al maggio del 2015. E ora la nuova discesa in campo. Quello di calcio.
Il rapporto con il calcio
Ma Blair ne sa di pallone? L’ex primo ministro inglese è tifoso (abbastanza tiepido) del Newcastle United. Squadra del cuore che in passato lo portò a commettere qualche gaffe, come la dichiarazione di avere visto l’ultima partita di Jackie Milburn (stella della squadra dal ’43 al ’57) seduto nella Gallowgate End. Peccato che tutto il pubblico fosse in piedi e che all’età di quattro anni Tony Blair vivesse in Australia.
La concorrenza da battere
Il nome di Blair però non è l’unico in lizza per la prestigiosa panchina calcistica. Insieme al suo sono stati fatti i nomi di Gavin Patterson, ex capo del BT Group, e di Barney Francis, managing director di Sky Sports Uk. Insomma, c’è della concorrenza. E poi sedere su quella poltrona non sarà un compito semplice per nessuno.
L’espansione del brand britannico ha vissuto un’impennata clamorosa
Il presidente uscente, Richard Scudamore, ha guidato la Premier League per vent’anni portando i diritti televisivi dai 670 milioni di sterline del 1999 ai 5,14 miliardi di oggi. Una espansione del brand clamorosa che ha portato la Premier ad essere il campionato di calcio più importante al mondo. Un campionato che negli anni 2000 non ha mai conosciuto crisi.
Il leader laburista è un esperto in affari
Di affari Tony Blair se ne intende. Anche se la sua società, la Tony Blair Associates, non esiste più. Rimangono infatti nel suo curriculum una decina di anni tra consulenze, ricchissime conferenze e una rete di contatti forti.
Dal 2014, come ha svelato il Guardian, inoltre Blair è pure lobbista per il consorzio che sta costruendo Tap. Quel Tap che, a tratti, torna tra i temi protagonisti nella frattura tra Lega e Movimento 5 Stelle. Ed è proprio di Tap che Blair e Salvini hanno parlato alcuni giorni fa.