ROMA – Via libera alla riforma della prescrizione, ma all’atto pratico non se ne parlerà prima del 2020. Questo l’esito dell’incontro tenuto oggi a Palazzo Chigi fra il capo di Governo Giuseppe Conte, i due vicepremier Luigi Di Maio e Matteo Salvini e il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. “Abbiamo trovato l’accordo, la norma sulla prescrizione è nel ddl Anti-corruzione”, ha spiegato il Guardasigilli. E questo disegno di legge “andrà in aula la prossima settimana”. Il titolare della Giustizia ha dichiarato che “lo stop della prescrizione dopo la sentenza di primo grado entrerà in vigore con la riforma del processo penale”. E questo avverrà soltanto il prossimo anno.
Bonafede: manteniamo la parola data
Il ministro ricorda che “la riforma della prescrizione si fa. Era nel contratto e questo Governo mantiene sempre la parola data”. Da parte sua, Salvini ha dichiarato: “Accordo trovato ma solo con tempi certi”.
Voci critiche dall’opposizione. Per Mariastella Gelmini, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, “lo stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio, pur con l’entrata in vigore del provvedimento posticipata al 2020, è un abominio giuridico”.
Gelmini: la Lega ha ceduto ai 5 Stelle
Secondo l’ex ministro di Berlusconi, “la Lega ha ceduto alla foga giustizialista e manettara del Movimento 5 Stelle. La maggioranza sta perpetrando in queste ore in Parlamento assurde forzature regolamentari per strozzare il dibattito e per celare le sue spaccature”. Per questo motivo “in Aula a Montecitorio abbiamo manifestato il nostro sconcerto occupando i banchi del governo”. La conclusione è che “nel frattempo Bonafede parla da solo su Facebook e Salvini ha abdicato a Di Maio. Una deriva davvero pericolosa”.
Penalisti in sciopero per 4 giorni
E intanto, gli avvocati penalisti annunciano uno sciopero dal 20 al 23 novembre per dire “no alla controriforma della giustizia penale”.
L’iniziativa viene presentata come “in difesa della costituzione”.
Il 23 novembre ci sarà una grande manifestazione nazionale a Roma per affermare e difendere l’idea liberale e costituzionale della giustizia penale.