MILANO – “Con la riforma del processo civile, licenziato giovedì, abbiamo dimostrato che questo governo può essere compatto. Perché non nel penale?”. Lo dice il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede, in un’intervista alla Stampa. Sul processo civile, spiega il ministro, “è stato facile perché contiamo con la riforma di dimezzare i tempi dei processi e introdurre l’obbligo delle notifiche digitali. E secondo il 90 per cento degli italiani, questa è la vera priorità. D’altra parte, si sa, il processo civile impatta su tutti, trasversalmente: il singolo cittadino, l’artigiano, l’imprenditore. Anche l’investitore dall’estero che guarda alla classifica Doing Business”.
“Proprio pensando al civile – aggiunge Bonafede – io dico: lavoriamo sul penale con lo stesso metodo e lo stesso obiettivo. Si può fare, no? Dobbiamo essere ancor più stimolati. Per noi la riforma della prescrizione è legge ed entrerà in vigore con l’anno prossimo. Dopodiché, siccome i primi effetti processuali si avranno intorno al 2024, c’è il tempo per una riforma del processo penale che accorci i tempi. Ci sono diverse proposte. Io ho presentato la mia bozza ai primi di ottobre. Parliamone”.