Preside presa a pugni fuori scuola

Paura alla “Parente” L’uomo ha inveito contro le donne “da stuprare e uccidere tutte”: identificato dai carabinieri, per lui scatterà il ‘codice rosso’

AVERSA – I carabinieri della compagnia di Aversa hanno identificato l’uomo che, nel pomeriggio di mercoledì scorso, ha aggredito il dirigente scolastico dell’istituto comprensivo “Parente” Angela Comparone. Dovrebbe scattare adesso il “codice rosso” con il divieto di avvicinarsi alla scuola. A raccontare l’accaduto a “Cronache” è lo stesso dirigente scolastico, in questi giorni a casa in malattia e sostituita dal suo collaboratore Martino Santillo.

Cosa le è successo esattamente mercoledì scorso?

Erano circa le 17,45, erano terminate alcune riunioni con i genitori e io sono uscita dall’ingresso principale, in via Salvatore Di Giacomo. All’interno erano rimasti alcuni addetti Ata che avrebbero pulito e chiuso. Appena salita in auto ho visto un giovane che faceva defecare il suo cane sull’aiuola all’esterno della scuola. Si tratta di un’area che ci ha concesso il Comune e dove coltiviamo fiori e piante insieme agli alunni. Ho aperto il finestrino – lui era alla mia sinistra – e gli ho chiesto cortesemente di evitare questi comportamenti, perché in quella terra ci mettiamo le mani.

E la reazione quale è stata?

Mi ha detto che dovevo stare zitta e mi ha chiesto a quale titolo parlassi. A questo punto, in maniera garbata, gli ho detto di essere la preside della scuola. Lui ha iniziato a gridare come un forsennato, si è avvicinato e mi ha dato un pugno alla spalla. Mi ha preso il telefonino e lo ha scagliato lontano, in una casa a fianco. A questo punto sono scesa dall’auto e gli ho fatto notare che mi aveva distrutto il cellulare. Lì vicino si trova un supermercato e c’erano diverse persone davanti all’ingresso, ma nessuno è intervenuto: neppure un ragazzo che passava – e che penso conoscesse il mio aggressore – al quale avevo chiesto almeno di aiutarmi a recuperare quel che restava del cellulare.

Poi cosa è successo?

Quell’uomo ha iniziato a minacciarmi, dicendo che tutte le donne devono essere violentate e uccise, che donne come me non devono stare sulla faccia della terra. Mi diceva che non sarebbe finita lì e che ci sarebbe stato un seguito. Mi sono allontanata e sono andata dai carabinieri che mi hanno accompagnato in ospedale.

Per quanti giorni non potrà lavorare?

Mi hanno dato 5 giorni, ma ho una malattia neurologica seria e dovrò sottopormi a controlli per verificare che il pugno non mi abbia causato altri problemi. Quella persona è un grave pericolo per le donne.

Lo aveva mai visto prima? Ha saputo qualcosa di lui dai carabinieri?

No, non lo conosco neppure di vista. I carabinieri mi hanno detto di averlo identificato e che adesso dovrebbe scattare il codice rosso: non potrà avvicinarsi alla scuola e se lo vediamo dovremo avvisare subito le forze dell’ordine.

Ci sono stati altri episodi simili in precedenza nella zona della scuola?

Mai capitato e non immaginavo neanche lontanamente che il mio rimprovero avrebbe suscitato questa reazione.

Ha avuto manifestazioni di solidarietà per l’accaduto?

Da genitori, insegnanti e alunni tante coccole e tanto affetto. Nulla dall’ufficio scolastico provinciale e da quello regionale, ma i dirigenti non sono mai presenti. Vorrei ringraziare i carabinieri, che sono stati solerti e si sono subito attivati, in particolare il comandante del reparto territoriale Donato D’Amato.

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