ROMA – Matteo Rendi dà la sua ‘benedizione’. “Auguri ai tre candidati Martina, Zingaretti, Giachetti. Chiunque vinca non dovrà temere da parte mia alcuna guerriglia come quella che ho subito io“, nell’ultima enews l’ex segretario e premier del Pd torna a parlare di Pd, governo e del suo ultimo libro. Ma le parole del senatore Dem suonano forzate, quasi dovute. Renzi è sempre più un corpo estraneo e il il titolo del suo libro, un’altra strada, potrebbe coincidere con il suo futuro politico.
Renzi il revanscista fuori dalla competizione
La sconfitta per mano altrui, il complotto, il tradimento sono una costante del Renzi-pensiero. Anche quando è costretto a fare gli auguri a qualcun altro l’ex segretario non perde occasione per parlare di sé, di quella stagione che si è interrotta per caso, per colpa degli altri (gli elettori?) e pronta a ripartire anche se lui non è più al centro della politica. “Alcuni media dicono che si deve andare a votare contro Renzi. Io penso che sia il riflesso condizionato di chi a sinistra combatte da sempre il Matteo sbagliato“, attacca Renzi. Ma il congresso del Pd, nel bene come nel male, questa volta non ha visto Renzi al centro dell’attenzione. Nè in positivo né in negativo. L’ex premier lo sa e tutte le sue azioni sembrano portare ad una sola conclusione: fondare qualcosa di nuovo, cucito su misura, appena sarà possibile.
Il suo partito va a congresso, Renzi propaganda il suo libro
“Il libro Un’Altra Strada continua ad avere un successo incredibile. Le classifiche ci vedono addirittura terzi nella Generale e primi in saggistica: grazie. E grazie a chi partecipa alle presentazioni. Ieri eravamo in Puglia, oggi in Emilia Romagna“, sempre revanscista il senatore Renzi sta girando come un trottola lungo tutto lo stivale raccogliendo gli applausi delle ‘vedove del renzismo’. Anche in questo caso, con il congresso del suo partito in pieno svolgimento, l’ormai ex leader sembra prendere una via diversa. Forse, sarà meglio per entrambi. Renzi e il Pd.
L’ironia del web: “Niente guerriglia come Stai sereno Enrico?”
L’ironia sul web non è mancata. Quella rassicurazione sul ‘niente fuoco amico’, niente guerriglie è suonata a molti come una minaccio più che un augurio. Una sorta di collettivo “stete sereni”, ormai celebre ‘minaccia’ passata agli annali. “Perché specificarlo?”, “è una minaccia?”, cinguettano in tanti su Twitter. In ogni caso, senza ironie, effettivamente la lettere di Renzi non sembra piena d’entusiasmo per una competizione che vede lui e la sua narrazione fuori dai giochi.