ROMA – Privacy, nel 2018 oltre 8 milioni di multe per le violazioni. Le sanzioni amministrative riscosse a seguito di segnalazioni dell’Autorità Garante per la protezione dei dati personali ammontano a oltre 8 milioni 160 mila euro, segnando circa 115% in più rispetto al 2017.
Le violazioni amministrative contestate nel 2018 sono state 707, in larghissima parte concernenti il trattamento illecito di dati; la mancata adozione di misure di sicurezza; il telemarketing; le violazioni di banche dati; l’omessa o inadeguata informativa agli utenti sul trattamento dei loro dati personali; l’omessa esibizione di documenti al Garante.
Ecco tutte le ispezioni
Sono state effettuate 150 ispezioni. Gli accertamenti, svolti nel 2018 anche con il contributo del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche, hanno riguardato numerosi e delicati settori, sia nell´ambito pubblico che privato. Per quanto riguarda il settore privato, le ispezioni si sono rivolte principalmente ai trattamenti effettuati: dagli istituti di credito; da società per attività di rating sul rischio e sulla solvibilità delle imprese; dalle aziende sanitarie locali e poi trasferiti a terzi per il loro utilizzo a fini di ricerca; da società che svolgono attività di telemarketing; da società che offrono servizi di “money transfer”.
Oggetto di particolare accertamento anche i trattamenti di dati svolti da società assicuratrici attraverso l’installazione di “scatole nere” a bordo degli autoveicoli e da società che offrono servizi medico-sanitari tramite app. Per quanto riguarda il settore pubblico, l´attività di verifica si è concentrata su enti pubblici, soprattutto Comuni e Regioni, che svolgono trattamenti di dati personali mediante app per smartphone e tablet, (con particolare attenzione all’eventuale profilazione e geolocalizzazione degli utenti); sulle grandi banche dati; sul sistema della fiscalità, con speciale riguardo alle misure di sicurezza e al sistema degli audit; sul sistema informativo dell´Istat e sullo Spid.
Per quanto riguarda l’attività di relazione con il pubblico si è dato riscontro a 22.800 quesiti, che hanno riguardato, in maniera preponderante, gli adempimenti legati all’applicazione del Regolamento Ue, seguiti dalle questioni legate alle telefonate, mail, fax e sms promozionali indesiderati; a Internet; alla videosorveglianza; al rapporto di lavoro; ai dati bancari.
(LaPresse)