ROMA – Chievo e Parma tremano. Ma tremano sul serio. La presenza dei due club in Serie A è veramente a rischio. La procura della Figc avanzerà al tribunale federale nazionale delle richiesta “afflittive” pesanti da applicare sulla stagione appena conclusa. Al Chievo vengono contestate delle plusvalenze fittizie, mentre per il Parma c’è l’accusa di tentato illecito sportivo per degli sms tra calciatori prima della sfida contro lo Spezia. La Serie A, da qui a poco, potrebbe seriamente cambiare volto. L’ennesima volta che il nostro calcio viene deciso in tribunali e non sul calcio. Purtroppo.
Ipotesi di plusvalenze fittizie: il Chievo rischia la retrocessione forzata
Se le richieste della Figc verranno accolte Parma e Chievo dovranno dire addio alla massima serie. Per il Chievo c’è in ballo una questione seria sulle plusvalenza. Riguardano una serie di scambi con il Cesena. Un numero abbastanza alto di scambi per più di 20 milioni è l’ipotesi al vaglio dell’accusa della procura federale. Le due società andranno a processo domani. Il Chievo durante la scorsa stagione ha faticato parecchio evitando la retrocessione per una manciata di punti. Una penalizzazione, nemmeno tanto pesante in realtà, condannerebbe la seconda squadra di Verona a ritornare forzatamente nella serie cadetta.
Il caso Parma e gli sms oscuri
Per il Parma, invece, il caso riguarda degli sms sospetti. Emanuele Calaiò, attaccante degli emiliani, avrebbe inviato dei messaggi ai calciatori dello Spezia prima del match di Serie B il 18 maggio scorso. Teoricamente è un tentato illecito sportivo, in quanto l’ex punta del Napoli avrebbe “posto in essere atti diretti ad alterare il regolare svolgimento e il risultato finale della gara suddetta, tentando di ottenere un minor impegno agonistico da parte dei calciatori dello Spezia Calcio, Filippo De Col e Claudio Terzi, per assicurare alla propria squadra il risultato favorevole dell’incontro“. Per il Parma sarebbe la seconda mazzata in pochi anni.