Roma – Più applausi che contestazioni a Ravenna per la ‘prima’ di un Cinquestelle a una festa dell’Unità. Quando Roberto Fico dice cose ‘di sinistra’, la platea Dem si scalda. Ma appena entra nel merito delle questioni, il consenso scricchiola e i militanti protestano, tanto che il moderatore è costretto a richiamarli all’ordine con più di uno ‘State buoni’.
Partecipazione e dibattito sono ‘sale’ per tutti
Fico, a differenza di Luigi Di Maio (pure invitato a Ravenna), ha accettato il confronto con Graziano Delrio, rinsaldando la sua immagine di ‘volto di sinistra’ del M5s. In realtà, il presidente della Camera andrà anche ad altri due raduni di partito, perché “partecipazione e dibattito sono ‘sale’ per tutti”. Ma con la sua presenza alla Festa si riaffaccia prepotente sulla scena il tema del rapporto fra M5S e Pd.
Ipotesi alleanza con i pentastellati
A meno di ventiquattr’ore dalla presa di distanza di Nicola Zingaretti e di Dario Franceschini dall’ipotesi di un’alleanza con i pentastellati, Matteo Renzi è pronto a scommetterci: nel Pd c’è chi vuole fare asse con il M5S. “Al momento le distanze con i Cinquestelle sono enormi e non si colmano con una stretta di mano“, assicura Delrio, “ad aprile era molto difficile: gli elettori erano in gran parte contrari, non è stata colpa di Renzi“.
La storia va diversamente dalle intenzioni
I militanti alla festa Dem mostrano di gradire le parole di Fico sulla Diciotti: “Non c’è dubbio e lo dico senza alcuna remora che dalla nave tutte le 179 persone dovevano scendere il primo giorno”. E sempre sulla questione migranti assicura che il M5S “troppo in là non può andare” in quanto “si muove nei confini del contratto“.
Posizione netta sul caso Regeni
“Fin quando non ci sono elementi seri di avanzamento delle indagini per me non ci potranno essere grandi sviluppi nel rapporto con l’Egitto. “Come terza carica dello Stato farò scudo perché tutta la verità emerga“. Idem per Genova “ho ritenuto di chiedere scusa a nome dello Stato“.
Fico dialoga, risponde pacato e replica alla platea Dem
Il presidente della camera difende il M5S, è e resta profondamente un Cinquestelle. Per lui Orban e Macron sono sullo stesso piano, da respingere entrambi. A domanda sulla trasformazione del Movimento, replica che va tutto bene se per esempio riuscirà a portare a casa l’acqua pubblica (una delle 5 stelle del simbolo).
Lega e M5S lavorano su un contratto, non su un’alleanza
Svicola poi le domande più difficili sul rapporto con la Lega, non si mette mai contro Luigi Di Maio e spiega: “A me della mia difesa e di creare polemica non frega assolutamente nulla. Neanche di rispondere a Salvini“. Anche la sua presa di distanza dalle camicie verdi è funzionale agli elettori pentastellati delusi dalla svolta a destra: “Lega e M5S in questo momento lavorano su un contratto, non su un’alleanza. E alle Europee correremo da soli“. I distinguo di Fico, seppure molto diversi, si sommano dunque a quelli di Alessandro Di Battista.