ROMA – Il presidente americano Donald Trump potrebbe accettare l’invito del presidente russo Vladimir Putin per le celebrazioni del 75esimo anniversario del Giorno della vittoria.
L’annuncio
E’ stato dato dal’ambasciatore russo a Washington, Anatolij Antonov. “Saremo felici di celebrare questa occasione insieme ai nostri amici statunitensi – ha detto – Ricorderemo al mondo la fratellanza sotto le armi dei nostri eserciti durante la Seconda guerra mondiale e la vittoria comune contro il fascismo”.
L’invito
Quello ufficiale sarebbe stato fatto da Putin a Trump durante l’incontro avvenuto al vertice del G20 di Osaka, a fine giugno e, stando a quanto fatto trapelare dal ministero degli Esteri russo che la reazione di Trump all’invito sarebbe stata “positiva ed emozionata”.
Il ruolo italiano
Diverse le chivi di lettura legate al ruolo giocato dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dall’Italia nella ‘pacificazione’ tra Trump e Putin. Fatto è che proprio il premier, questa mattina, ha voluto ribadire il ruolo neutrale del bel Paese. “Siamo semplicemente italiani – ha chiarito lapalissianamente – In tutte le mie visite di stato, a Washington come a Mosca, sono stato sempre orgoglioso e consapevole di rappresentare un grande paese: l’Italia e la nostra collocazione euro-atlantica non è stata mai in discussione”.
No ai doppi giochi
Riuscire a dialogare con tutti è per Conte motivo di vanto e non sintomo di doppiogiochismo. “I miei eccellenti rapporti sia con Trump sia con Putin ci pongono al centro delle trame di dialogo – ha sottolineato – Il mio Governo agisce in modo lineare e non si affida a doppi giochi. Ricordo di aver letto di ‘timori europei’ anche quando sottoscrivemmo l’intesa con la Cina. Allo stesso modo, le relazioni bilaterali italo-russe non compromettono affatto la nostra posizione all’interno dell’Unione europea. La nostra sensibilità ci induce ad assumere le sanzioni verso Mosca come una misura transitoria in vista dell’auspicata ripresa del pieno dialogo”.
Simpatie
E’ innegabile che tra Putin e il vicepremier leghista Matteo Salvini ci sia un feeling particolare confermato da reciproci attestati di stima. Il leader del carroccio ha una foto del leader russo sulla propria scrivania, ma questo per Conte non vuol dire niente. “Ognuno – ha tagliato corto il premier – si tiene la foto che desidera. Io sulla scrivania ho la foto di mio figlio: lavorando quotidianamente anche per lui mi impegno a garantire un futuro migliore a tutti i nostri figli”.