NAPOLI – Accoltellato alla spalla durante una lite in famiglia. Così è morto a San Felice a Cancello, Roberto Laboriosi, 31 anni. Il dramma si è consumato ieri pomeriggio, nella zona di Cancello Scalo, nei pressi di Piazzavecchia al confine con Acerra, alle spalle della stazione ferroviaria. Mentre tutti preparavano la festa per San Silvestro, è avvenuta una tragedia che ha lasciato senza fiato l’intera comunità. La scena è stata segnata dalla presenza di ambulanze e carabinieri della compagnia di Maddaloni, che sono giunti sul luogo della tragedia. La madre del giovane è stata colta da malore, amplificando ulteriormente lo shock che ha avvolto la famiglia. Secondo le prime ricostruzioni, la lama si è conficcata all’altezza della clavicola, a pochi centimetri dalla spalla destra del 31enne. Gli è stata fatale. Quando i soccorritori sono arrivati, hanno trovato la madre in uno stato di choc accanto al corpo senza vita del figlio, mentre il padre, completamente disperato, non riusciva a capacitarsi di quanto avvenuto. Al momento dell’arrivo dei carabinieri, il padre è stato subito ascoltato dagli investigatori. Disperato il fratello che ha sentito il suo avvocato: “Ho perso due persone in un colpo solo”. Un dolore atroce. I militari stanno sentendo le persone presenti sul posto e le indagini probabilmente vivranno un momento di svolta già nelle prossime ore. Le autorità competenti, a cominciare dal pubblico ministero Daniela Pannone, stanno attualmente svolgendo approfondite indagini per comprendere a pieno la dinamica di questo dramma. Al momento, non viene esclusa alcuna ipotesi. Si indaga, chiaramente, per omicidio. Bisognerà chiarire ogni aspetto di una vicenda che ha distrutto una famiglia a poche ore dall’inizio dell’anno nuovo. Difficile immaginare un finale di 2023 peggiore di questo.
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Il maestro Giovanni Pizzo: “Voleva aprire una palestra per i ragazzi difficili”
NAPOLI (Antonello Auletta) – Una telefonata ha gettato nello sconforto il maestro Giovanni Pizzo, proprietario della palestra il ‘Guantone d’Oro’ del quartiere Arenaccia a Napoli. A comporre il numero dell’istruttore di boxe c’era la fidanzata di Roberto Laboriosi, che annunciava la morte del 31enne.
Maestro, che cosa è successo?
Non lo so. So soltanto che Roberto non c’è più. Mi ha avvertito la sua fidanzata in lacrime. Mi ha detto che è morto. Sto piangendo da quando si è chiusa la chiamata. Non posso crederci.
Quando ha visto Roberto per l’ultima volta?
A dire la verità doveva passare oggi (ieri per chi legge) in palestra per il brindisi di fine anno. C’erano tutti i suoi compagni. Lui, no. Questo mi ha insospettito molto. Poi in serata la telefonata della fidanzata per dirmi che Roberto non c’è più. Sono affranto.
Si è dato una spiegazione di quello che è accaduto?
Non saprei. So solo che Roberto era un ragazzo d’oro. Gli volevano bene tutti. Infatti il mio telefono squilla in continuazione. Sono in contatto con tutti i ragazzi della palestra. Andremo tutti ai funerali di Roberto per dimostrargli quanto gli volevamo bene.
Maestro, Roberto che tipo di ragazzo era?
Aveva il cuore d’oro. So che era originario dell’Arenaccia, dove abbiamo la nostra palestra. Da anni si era trasferito a San Felice a Cancello, ma preferiva allenarsi con noi, perché le nostre strutture gli piacevano di più. Era innamorato della boxe al punto da voler aprire una palestra per conto suo.
A Napoli?
No, a San Felice a Cancello per dare ai ragazzi in difficoltà la possibilità di allenarsi e soprattutto di stare lontano dalla strada. I suoi sogni sono stati spezzati sul più bello.
Quali erano?
A gennaio Roberto avrebbe dovuto affrontare qualche incontro ufficiale per racimolare il denaro necessario per aprire la palestra.
Combatteva bene?
Molto. In palestra affrontava i migliori e dava a tutti del filo da torcere. Pesava circa 80 chili, poteva sfondare. Sapevo che lavorasse come elettricista, però la sua aspirazione era diventare un istruttore bravo come me. Questo pensiero mi rende ancora più triste, perché adesso non ha più questa possibilità. Non è giusto.
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