Pugno in pieno centro a un tecnico comunale: Ceva sotto shock. L’aggressore è un paziente psichiatrico

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Operazione dei carabinieri
Operazione dei carabinieri

CEVA – Un pugno in pieno volto, sferrato all’improvviso, senza un apparente perché. La tranquillità del tardo pomeriggio cebano è stata squarciata da un episodio di violenza gratuita che ha lasciato attonita la comunità. Erano da poco passate le 17 di venerdì 19 dicembre quando, sotto i portici di via Marenco, cuore pulsante della città, un tecnico dell’ufficio comunale è stato brutalmente aggredito da un uomo che lo ha colpito con un violento pugno.

La vittima, un dipendente del Comune che si trovava in centro per ragioni ancora da chiarire, non ha avuto neanche il tempo di comprendere cosa stesse accadendo. Colpito al viso, ha barcollato ma, con notevole sangue freddo, ha evitato qualsiasi tipo di reazione, impedendo che la situazione potesse degenerare ulteriormente. L’aggressione è avvenuta davanti a diversi passanti, che in quel momento affollavano il centro per le ultime commissioni prima del fine settimana. Lo sconcerto e la paura si sono diffusi rapidamente, e qualcuno ha immediatamente allertato il 112.

Sul posto è intervenuta tempestivamente una pattuglia dei Carabinieri della locale Compagnia, che ha riportato la situazione alla calma. I militari hanno identificato l’aggressore e hanno raccolto le prime, concitate testimonianze. Per precauzione, sia il tecnico comunale aggredito sia il suo aggressore sono stati presi in carico dal personale sanitario del 118 e trasportati in ospedale per gli accertamenti del caso. Il dipendente comunale, pur non essendo in gravi condizioni, ha riportato traumi importanti al volto e, soprattutto, un profondo stato di shock. Anche l’aggressore è stato sottoposto a controlli medici.

Le forze dell’ordine stanno ora lavorando per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti e il contesto che ha portato al gesto. Sebbene le indagini siano ancora in corso, è già emerso un dato certo e sconcertante: alla base dell’aggressione vi sarebbero futili motivi, quasi inesistenti, che non giustificano in alcun modo la violenza dell’atto.

A gettare ulteriore luce sulla vicenda è intervenuta l’Amministrazione Comunale con una nota ufficiale, che non solo esprime piena solidarietà al proprio dipendente ma apre anche una riflessione più ampia e delicata. «Dalle notizie emerse – si legge nel comunicato – sembra che il nostro tecnico comunale sia stato aggredito improvvisamente da un paziente noto per disturbi psichiatrici». Il Comune, pur sottolineando di non volersi sostituire agli organi competenti, conferma la vicinanza al lavoratore, «che abbiamo subito contattato. Per fortuna, non sembra grave anche se ha riportato traumi importanti. Sicuramente l’accaduto ha scioccato tanto lui, quanto chi ha assistito ai fatti».

La nota prosegue toccando un nervo scoperto della società contemporanea: la gestione del disagio mentale e la sicurezza pubblica. «Episodi come questo ci invitano a riflettere su disagio, diritti dei malati ma, soprattutto, la tutela dei cittadini. È necessario garantire cure mediche a chi si trova in una situazione di grave disagio psichico, e che potrebbe quindi rappresentare un pericolo per se stesso o per gli altri, ma è altrettanto prioritario garantire la sicurezza e la libertà di chi circola nelle nostre strade».

L’episodio di Ceva, quindi, trascende la cronaca di un’aggressione e si trasforma in un caso emblematico, che solleva interrogativi urgenti sull’equilibrio tra assistenza sanitaria, diritti individuali e protezione della collettività. Mentre il tecnico comunale si riprende dallo spavento e dalle ferite, e l’aggressore è affidato alle valutazioni legali e sanitarie, sulla città resta l’ombra di un pomeriggio di ordinaria follia e la consapevolezza di una fragilità sociale che non può più essere ignorata.

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