Il mondo del calcio ai piedi di Leo Messi, protagonista assoluto del trionfo dell’Argentina ai Mondiali in Qatar. Le immagini della Pulce che alza la Coppa del Mondo, con indosso il bisfht, l’abito regale islamico (è già partita la polemica a tal proposito, ndr), hanno fatto in poche ore il giro del globo consegnando alla storia il 35enne campione argentino ormai a tutti gli effetti considerato il degno erede di Diego Maradon4 e sCirca un milione di persone ha festeggiato fino fa notte fonda per le strade di Buenos Aires, la capitale argentina, quasi tutti radunati all’obelisco nella iconica plaza de la Repubblica. Dopo 36 lunghi anni, l’Argentina ha finalmente vinto la sua terza Coppa del Mondo, cancellando un’era di dubbi e domande su come un paese noto per avere alcuni dei più grandi calciatori del mondo non riuscisse a confermarsi su un palcoscenico internazionale. Per l’Albiceleste è il terzo titolo di campione del Mondo dopo quelli del 1978 e del 1986, mentre ha perso le finali nel 1930, 1990 e 2014. Molti tifosi si sono affrettati a ricordare il grande Diego Maradona, morto due anni fa, sostenendo che dall’alto il Pibe ha guidato la squadra alla vittoria. Festa in tutto il paese, a Rosario, la città natale di Messi, un mare di persone è sceso in strada per celebrare il loro eroe locale eletto per la seconda volta miglior giocatore della Coppa del Mondo dopo il 2014.La nazionale guidata da Messi è riuscita a unire gli argentini con un senso di gioia che non è frequente in un paese che è rimasto bloccato per anni dalla crisi economica, che sta soffrendo uno dei tassi di inflazione più alti del mondo e con quasi quattro persone su 10 che vivono in povertà. Anche il presidente argentino Alberto Fernandez si è unito ai festeggiamenti e ha ringraziato la nazionale per la vittoria. “Grazie ai giocatori e al team tecnico. Sono un esempio a cui non dobbiamo mai rinunciare. Abbiamo persone fantastiche e un grande futuro”, ha scritto Fernandez sui social media. Intanto la squadra, in attesa di tornare in patria, ha già festeggiato a bordo di un bus scoperto sfilando per le strade di Doha davanti a migliaia di tifosi argentini volati in Qatar per sostenerla.
L’Argentina è attesa a Buenos Aires nella serata di lunedì, anche se a causa del ritardo del volo AR1915 di Aerolineas Argentinas (costretto ad uno scalo tecnico a Fiumicino, ndr) non si sa ancora l’ora di arrivo. Da definire anche il programma dei festeggiamenti, con i giocatori che decideranno se andare o meno alla Casa Rosada come da tradizione.
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Lo stesso quotidiano lancia poi du3f3bbi sull’arbitraggio, sostenendo che il secondo gol di Messi nei supplementari fosse da annullare perché c’erano già dei giocatori argentini in campo dalla panchina per festeggiare.
Una Francia che si lecca ancora le ferite, ma che si consola con un Mbappé che sembra destinato a raccogliere l’eredità di Messi e Ronaldo come dominatore del calcio mondiale per il prossimo decennio. “Nous reviendrons”, ovvero “torneremo”. E’ questo il messaggio lanciato da Mbappé su Twitter all’indomani della finale persa. L’attaccante del Psg, autore di una tripletta e capocannoniere del torneo con 8 reti, ha accompagnato la frase a una foto che lo ritrae passare accanto alla Coppa del Mondo, con lo sguardo a testa bassa. Se Mbappé è una certezza, resta da decifrare il futuro di Deschamps invitato a restare addirittura dal presidente Emmanuel Macron in persona ma che per il momento non si è pronunciato. Intanto dopo una mattinata convulsa, tra annunci e smentite, contrariamente a quanto annunciato inizialmente dal presidente Federale Noël Le Graët su BFM TV, ci sarà il saluto ai tifosi della nazionale di Deschamps al ritorno in patria. Lo ha annunciato la stessa Federazione. I Bleus decolleranno da Doha alle 14.30 (ora locale) e arriveranno intorno alle 19.30 (ora francese) all’aeroporto Roissy Charles De Gaulle. Saluteranno quindi il pubblico in Place de la Concorde, a Parigi, intorno alle 20.30. Per darsi chissà appuntamento tra quattro anni…
di Antonio Martelli