Clamoroso a Lusail. A sorpresa, è falsa partenza per la grande favorita Argentina. L’Arabia Saudita confeziona il colpaccio superando in rimonta Messi e compagni e regalando ai suoi tifosi una giornata da raccontare ai nipoti. Un successo, quello della nazionale guidata dal francese Renard, meritato, nonostante la differenza di valori tecnici. Che però a larghi tratti non si vede.
L’Albiceleste, sbarcata in Qatar con sogni di gloria, dovrà meditare, in fretta, sui suoi errori. Eppure, l’inizio del match sembra suggerire una passeggiata per la Seleccion, avanti dopo dieci minuti con il rigore del suo giocatore simbolo. Invece, i sauditi non si scompongono e riescono a contenere gli argentini con il pressing e un’applicazione perfetta del fuorigioco: annullate tre reti in appena 12′, due a Lautaro Martinez e una alla Pulce. L’inizio della ripresa è un incubo per gli uomini di Scaloni, che subiscono un uno-due micidiale firmato da Al Shehri e Al-Dawsari, con due bellissimi gol. Il risultato non cambia più. Nella ripresa la squadra di Scaloni è imprecisa e nervosa e manovra più di pancia che di testa. Messi cala alla distanza e perde il duello tra numeri dieci con l’autore del raddoppio saudita, Lautaro sparisce completamente dai radar. L’ottima organizzazione difensiva dell’Arabia tiene e Renard incassa tre punti insperati. Per l’Albiceleste, stop alla striscia di 36 risultati utili consecutivi (salvo, quindi, il record dell’Italia di Mancini che si era fermata a quota 37) e, dato più importante, cammino che si mette subito in salita. E sfida con Messico, in programma sabato, che diventa già ultima spiaggia.
Messi, come annunciato, c’è. E si piazza, insieme al Papu Gomez, preferito a Mac Allister, e Di Maria, alle spalle del terminale Lautaro. A centrocampo anche un altro ‘italiano’, Paredes. Pronti, via e la Pulce mette subito le cose in chiaro costringendo Al Owais alla respinta in tuffo. Per il vantaggio non occorre aspettare molto: Abdulhamid trattiene Paredes in area, il fischietto sloveno Vincic si schiarisce le idee al Var e indica il dischetto. E Messi timbra subito il cartellino (10′). L’attaccante del Psg, scatenato, si presenta da solo davanti al portiere saudita e lo trafigge, ma c’è fuorigioco. Var di nuovo in azione sul raddoppio firmato con un bel tocco sotto da Lautaro, servito dal Papu Gomez: l’interista è in offside. La trappola dei sauditi scatta ancora: la bandierina si alza per il ‘Toro’, che aggira Al Owais su servizio di Messi. Fuorigioco che si vede a occhio nudo, stavolta. L’Albiceleste non alza i ritmi e sbaglia qualche passaggio di troppo. L’Arabia prova a farsi vedere in avanti, senza dare veri pensieri a Emiliano Martinez. Ma resta in partita, pressando senza timori reverenziali i sudamericani. E al rientro in campo dopo l’intervallo la nazionale di Renard arriva, alla prima occasione, addirittura al pareggio. Con uno splendido diagonale di sinistro in area di Al Shehri, su assist di Feras Al-Birakan.
L’1-1 è benzina nelle gambe dei sauditi, che non si accontentano e realizzano nientemeno che il sorpasso. La firma è quella di Al Dawsari, che scappa a Paredes e de Paul e scarica un meraviglioso destro a giro sul quale Emiliano Martinez niente può (54′). Clamoroso a Losail. L’Argentina è in bambola. Messi prova a suonare la sveglia, Abdulhamid salva tutto e allontana. Scaloni corre ai ripari con un triplo cambio: dentro Lisandro Martinez, Julian Alvarez e Enzo Fernandez. Fuori Romero, Papu Gomez e Paredes. L’Argentina prova a riordinare le idee. Sulla punizione di Otamendi, Tagliafico si ritrova da due passi sui piedi la palla del 2-2: Al Owais è reattivo e disinnesca. L’Arabia si piazza nella sua metà campo a protezione del vantaggio, la Seleccion mantiene l’iniziativa senza trovare varchi. Inizia a subentrare la preoccupazione: lo sguardo sconsolato dei tifosi argentini su una punizione alta sulla traversa di Messi dice tutto. Ancora la Pulce, libero in area, ci prova sull’ottimo cross di Di Maria, ma la sua incornata è troppo debole. Poi è Abdulelah Alamri a salvare di testa sulla linea sul tentativo di Otamendi. Messi prova a fare tutto da solo con uno slalom in area, ma perde l’attimo. Uno scontro fortuito tra Al Owais e Al Sharani, con il terzino costretto a uscire in barella, allunga il recupero, che diventa maxi come da ‘menù’ di questa edizione. Ma l’Arabia, coraggiosamente, tiene botta, alzando il muro. Gli uomini di Renard corrono solo più un brivido, su un colpo di testa di Alvarez che Al Owais blocca con facilità. Poi, al fischio finale, è grande festa per i tifosi sauditi. Mentre quelli argentini che si guardano, increduli di come possa essere accaduto.
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