MILANO – Si chiamano ‘killfie’ perché per la loro pericolosità si sfida a volte l’impossibile e spesso si perde la vita. Tutto in nome di un selfie estremo. I dati che emergono da un rapporto dell’Eurispes, che arrivano dopo l’ultima tragedia avvenuta in Emilia Romagna con la folle corsa in autostrada a 220 chilometri all’ora di due amici che si sono schiantati sulla A1 immortalando la tragedia in un video postato su Facebook, alzano il livello di allarme su un fenomeno in continua crescita: in sei anni, tra l’ottobre 2011 e il novembre 2017, nel mondo, sono state 259 le vittime rimaste uccise nel tentativo di fotografarsi in un luogo o in una circostanza ‘assurda’, in modo da rendere pubblica l’immagine di sé attraverso i social con scatti esotici e audaci.
La moda del selfie e le tragiche conseguenze
L’idea è quello di sperimentare esperienze estreme con l’obiettivo di raccogliere approvazione, ammirazione e una buona manciata di like. A costo di morire. I numeri diffusi dall’Istituto di ricerca emergono da un studio dell’India Insistute of medical Sciences di Nuova Delhi che divide il fenomeno del ‘killfie’ in fasce d’età: quella con la più alta incidenza è compresa tra i 20 e i 29 anni con 106 vittime, seguita dai più giovani 10-19enni (76). Queste due fasce d’età, nella totalità, rappresentano il 70,3% del totale dei morti a causa di un selfie. Altre 20 vittime si contano nella fascia tra i 30 e i 39 anni, 2 tra i 50 e i 59 anni e 3 persone tra i 60 e i 69 anni. Delle 259 vittime, 153 sono uomini, 106 le donne, sempre secondo quanto ha rilevato lo studio indiano.
Molti giovani tra le vittime
Delle 259 vittime 137 sono legate ad incidenti e l’84% di questi sono stati determinati da giovani tra i 10 e i 29 anni che non hanno calcolato bene i rischi: 70 sono annegate, 51 sono legate ad incidenti con mezzi di trasporto, 46 sono cadute sfidando le leggi di gravità, altre 48 bruciate (alcune tentando anche operazioni bizzarre), 16 fulminate da scariche elettriche, 11 colpite da arma da fuoco e 8 per attacchi da parte di animali selvatici.
In netto aumento il numero degli incidenti
Ma è sugli incidenti che il fenomeno manifesta tutta la pericolosità legata al ‘killfie’. In 41 casi i decessi sono avvenuti per cadute da altezze estreme, da grattacieli e palazzi a scogliere e montagne. In 28 casi invece la morte è stata immortalata mentre ci si riprendeva su mezzi di trasporto. E in quest’ultimo caso a detenere il primato sono i treni. Tutti epiloghi assurdi e fatali di una moda tra giovanissimi dove il dramma si nasconde dietro l’angolo.
(LaPresse)