Non è l’Arena, l’associazione dei forestali querela Giletti

Il conduttore dovrà rispondere di diffamazione per il servizio “Vacche sacre: alla ricerca dei proprietari” andato in onda lo scorso 22 aprile.

Foto Matteo Rasero/ LaPresseRoma, l'arena" in foto: Massimo Giletti
ROMA (Maria Teresa Perrotta) – Querela in arrivo per Massimo Giletti accusato di diffamazione ai danni del Corpo Forestale dello Stato. La denuncia è stata depositata ieri presso la Procura della Repubblica di Roma. Il presidente dell’Associazione Unione Forestali Carabinieri e Diritti (Unforced), Danilo Scipio, ha dato mandato all’avvocato Egidio Lizza. “Massimo Giletti ed il suo sodale ospite Klaus Davi – spiega – non perdono il vizio di offendere l’onore del personale appartenente prima al Corpo Forestale dello Stato ed ora transitato, suo malgrado, all’interno dell’Arma dei Carabinieri in virtù della scellerata Riforma Madia. Chiediamo ai vertici di La7 e all’Ordine dei Giornalisti di intervenire per tutelare la reputazione di migliaia di ex Forestali”.
Il servizio sotto accusa
Nel servizio intitolato “Vacche sacre: alla ricerca dei proprietari” firmato Non è l’Arena, andato in onda il 22 aprile su LA7 sono stati ripresi due uomini del Comando Unità Forestali Ambientali e Agroalimentari dell’Arma dei Carabinieri, in uniforme operativa ed autovettura in livrea. Da qui le considerazioni del conduttore che hanno dato adito alle critiche.
Le dichiarazioni di Giletti
In particolare, Massimo Giletti ha dichiarato nel corso della puntata che “quelle persone che sono entrate adesso nell’Arma dei Carabinieri, sapete che fanno parte del Corpo Forestale, quindi c’è stata l’unione questa estate, eccetera… forse dovrebbero imparare bene dagli uomini veri dell’Arma dei Carabinieri“. Poi la sostenuta accusa nei confronti del personale ripreso nel corso del servizio, esprimendo una valutazione soggettiva sull’operato di quei Carabinieri e, più precisamente, che “quelle risposte che davano non eran di dire: vi aiutiamo, l’aiutiamo…“. Un atteggiamento che ha lasciato indignati i rappresentanti del Corpo forestale. “A rincarare la dose – continua Scipio – si sentiva in sottofondo la voce del Davi che addirittura si permetteva di avanzare dei dubbi sul conto del sistema di arruolamento del personale oppure, cosa che sarebbe ancora più grave dal punto di vista professionale, persisteva nell’erronea convinzione che i Forestali dell’ormai ex Corpo Forestale dello Stato, sono la stessa cosa degli operai forestali di Calabria e Sicilia”.

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