MILANO – È attesa per domani la lettera del presidente della Camera, Roberto Fico, con la data di convocazione del Parlamento in seduta comune per la scelta del tredicesimo capo dello Stato. Dei 1.009 grandi elettori – i 630 deputati e i 315 senatori più 58 delegati regionali (tre per ogni Regione tranne per la Valle d’Aosta che ne ha uno) – quelli sicuri di andare a votare saranno in quest’occasione 1.008, perché il seggio al Senato di Fabio Porta (Pd) non è stato ancora assegnato. Con la data ipotetica di avvio del voto che dovrebbe cadere il 24 gennaio, invece, viene conteggiato anche il successore di Roberto Gualtieri, visto che le suppletive per il collegio di Roma 1 della Camera sono in programma domenica 16.
Per l’elezione del successore di Sergio Mattarelal si terrà una sola votazione al giorno, per fasce orarie e seguendo l’ordine alfabetico. Intanto, è in programma l’11 gennaio la riunione dei questori della Camera. E per non farsi trovare impreparati, Montecitorio indossa l’abito delle grandi occasioni. Sono infatti già partiti i rilievi dei tecnici per allestire il cortile d’onore del Palazzo, da sempre utilizzato dalle televisioni per le dirette: metro alla mano si prendono misure per montare gli stand usati per le dichiarazioni alla stampa. Oggi e domani ci saranno le prime due riunioni operative dei tecnici per l’organizzazione del voto, che avverrà ovviamente nel rispetto dei protocolli anti-Covid. La prossima settimana ci sarà una capigruppo della Camera e alla vigilia del voto sarà convocata la capigruppo congiunta di Montecitorio e di Palazzo Madama.
La lettera di Fico sarà inviata alle Regioni e al presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, dopodiché ci sarà la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’annuncio della data. L’elezione del capo dello Stato – va ricordato – avviene a scrutinio segreto. Nei primi tre è richiesta la maggioranza di due terzi dell’assemblea (672); dal quarto è sufficiente la maggioranza assoluta (505). I grandi elettori passeranno sotto il cosiddetto ‘catafalco’, dove voteranno, per poi consegnare il fogliettino nell’insalatiera.
A pesare in quest’occasione sarà l’incognita coronavirus. Le operazioni di preparazione proseguiranno fino alla data del voto e c’è attesa anche per capire quale ‘colore’ avrà la Regione Lazio, che da oggi è già in giallo. Al momento, tra l’altro, è escluso che i grandi elettori possano votare da remoto. E non solo. L’eventuale pausa fra la terza e la quarta votazione, non scritta nella Costituzione ma ormai diventata prassi, utilizzata dai leader di partito per provare a sciogliere i nodi rimasti, quest’anno potrebbe essere usata per sanificare Montecitorio.
di Luca Rossi