Quirinale, centrodestra insiste su voto positivi: “Parlamento è domicilio”. Si pensa al Covid Hospital

Foto Ufficio Stampa Fratelli d'Italia / LaPresse Leader del centrodestra Nella foto: Giorgia Meloni (Fratelli d'Italia), Matteo Salvini (Lega), Antonio Tajani(Forza Italia)

ROMA – Il centrodestra insiste e per il gran galà del Colle vuole che anche ai positivi al Covid sia data l’opportunità di votare per il nuovo presidente della Repubblica. Si tratta di contagiati asintomatici e parlamentari, quindi con il domicilio a Roma nella sede del Parlamento. Lega, FdI e FI invocano, dunque, la circolare del ministero della Salute che permette ai positivi senza sintomi di potersi spostare e riportano la questione all’attenzione del presidente della Camera, Roberto Fico.

Già ieri il titolare di Montecitorio aveva rimandato al mittente l’eventualità, sbarrando ogni strada ad eventuali deroghe. “In questo momento a norma di legge i positivi al covid non possono recarsi in Aula a votare”, aveva scandito intervistato da Lucia Annunziata, ma la proposta del centrodestra è ben diversa.

Secondo fonti della coalizione quello che i capigruppo porranno sul tavolo è portare i grandi elettori nella capitale e far votare per il successore di Sergio Mattarella o fruttando il voto a domicilio o riunendo tutti in un Covid Hospital, esattamente come avviene per le comuni elezioni per i cittadini rendendo il luogo un seggio ospedaliero.

Più difficile invece la raccolta del voto casa per casa. A sette giorni dalla convocazione del Parlamento in seduta comune, il rebus rischia di complicarsi, anche perché ci si interroga su chi, tra Parlamento e governo, dovrebbe farsi carico di rispondere all’interrogativo.

Fonti ministeriali si smarcano spiegando che per consentire ai grandi elettori, che sono positivi al Covid o in quarantena, di partecipare alle votazioni del presidente della Repubblica “è necessario un protocollo di sicurezza” come, ad esempio, quello che è stato stilato per gli stadi, e, “al momento dalla Camera non è arrivata nessuna richiesta sulle misure anti Covid inerenti l’elezione in sicurezza” del nuovo inquilino del Colle.

E in merito alla circolare del 13 gennaio, che regola gli spostamenti delle persone contagiate e in quarantena “non c’entra nulla” con il voto presidenziale, ma è stata pensata per chi, con tampone positivo in un luogo diverso da dove vive, vuole far rientro nella sua residenza o domicilio. Il tema viene affrontato nella conferenza dei capigruppo che stabilisce i tempi della fiducia sul decreto super green pass.

L’idea è quella che si apra una istruttoria, con un interlocuzione, viene spiegato, tra governo e parlamento. Ad ora i grandi elettori che potranno votare per il Colle dovranno essere forniti di green pass base, quindi o vaccinati o guariti o con tampone negativo, per accedere a Montecitorio. E stando ai conteggi di ieri i positivi o in quarantena sono poco meno di 40.(LaPresse)

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