ROMA – Era chiaro fin dall’inizio che qualunque passo in avanti nella partita a scacchi per il Quirinale avrebbe avuto delle conseguenze per i partiti. Il risultato della quinta votazione, ennesimo giro di valzer a vuoto per l’elezione del presidente della Repubblica, è una débâcle senza appello per la presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, espressione di Forza Italia.
La mossa del centrodestra a guida Matteo Salvini finisce per arenarsi. Il segreto dell’urna gioca brutti scherzi e scuote il partito di Silvio Berlusconi, ancora ricoverato al San Raffaele di Milano. E in serata fonti azzurre sottolineano che, “allo scopo di favorire una rapida e il più possibile condivisa elezione del presidente della Repubblica, da questo momento in poi discuterà e tratterà autonomamente con le altre forze politiche”. Insomma, lo strappo è servito.
I 382 voti ottenuti dalla presidente del Senato sono una settantina in meno di quelli a disposizione del centrodestra. Ed è ora caccia ai franchi tiratori frutto magari anche di un gioco di dispetti fra i vari partiti. Vittorio Sgarbi, al timone dell’operazione scoiattolo andata in frantumi dopo il passo indietro del Cavaliere, fa i conti: “Venti dei 32 grandi elettori di Coraggio Italia non hanno votato”.
Un’altra quarantina di voti sarebbero mancati, però, facendo i conti della serva, anche dal partito degli azzurri. E il presidente di Italia viva, Ettore Rosato, la butta lì: “Nel centrodestra è pieno di franchi tiratori, ma sono più della differenza perché probabilmente anche dal gruppo Misto c’è stato un contributo che è arrivato”.
Il disappunto di Forza Italia è conclamato al termine del quinto scrutinio. Lo dice a chiare lettere un big del partito come Roberto Occhiuto, ex capogruppo alla Camera e oggi presidente della Regione Calabria: “Siamo dispiaciuti, perché la Casellati è la seconda carica dello Stato. Aveva ottenuto anche i voti dei Cinquestelle e del Pd quando è stata eletta presidente del Senato. Ci dispiace anche che gli alleati additino Forza Italia come responsabile dell’insuccesso della Casellati.
I franchi tiratori sono dei professionisti, non firmano le schede. Magari quando decidono di non votare per un candidato indicano il leader di un partito che non è il loro”. Il riferimento è alle preferenze raccolte da Berlusconi e da Antonio Tajani, rispettivamente 8 e 7 e sul banco degli imputati, secondo i rumors, sono finiti proprio i grandi elettori di Coraggio Italia.
“In Forza Italia hanno votato tutti in maniera compatta per Casellati. Ora però FI – è il richiamo di Occhiuto – ha l’obbligo di assumere un’iniziativa politica ragionando su una candidatura che possa essere votata da tutti i grandi elettori”. Resta il fatto che nel gioco dei veti incrociati illustrato dallo stesso Sgarbi, “su Draghi di Forza Italia, su Casini di Fratelli d’Italia e un veto su Mattarella di Salvini”, è finita per essere impallinata la presidente del Senato.
Una sconfitta per FI, che ora si trova di nuovo a sfogliare la margherita e i nomi, ma anche a leccarsi le ferite. E, ironia della sorte, si potrebbe arrivare proprio al primo presidente della Repubblica donna dopo che è stata bruciata la carta Casellati. Le trattative, oltre che da Tajani e dalla senatrice Licia Ronzulli, molto vicina all’inquilino di Arcore, potrebbero essere in mano a Gianni Letta, scomparso dai radar da qualche giorno.
Intanto, il Cavaliere “sta bene, ci vuole tempo, sta riprendendo forze”, dice il fratello Paolo, che è andato a trovarlo in ospedale. Di votazioni per il Quirinale “non abbiamo parlato. Oggi la salute – chiarisce – è davanti a qualsiasi cosa”. Ma in Forza Italia le acque sono sempre più agitate.(LaPresse)