ROMA– Una vera e propria liturgia con tanto di campane suonate a festa e colpi di cannone sparati dal Gianicolo. L’elezione del presidente della Repubblica rispetta un rigido protocollo, con variazioni minime in caso di rielezione, come è stata quella di Sergio Mattarella. Per gli uffici del cerimoniale del palazzo del Quirinale, comunque, non sarà una prima volta, dal momento che ci si potrà rifare al 2013, quando Giorgio Napolitano riscrisse la storia della Repubblica con il bis. Proclamato sabato 30 gennaio, Mattarella ha deciso di insediarsi domani, il 3 febbraio, giorno della fine del suo mandato e giorno in cui tenne il suo discorso di insediamento nel 2015.
L’appuntamento del Parlamento in seduta comune è per le 15.30, quando il segretario generale della Camera, Fabrizio Castaldi, si recherà nella residenza dell’eletto. I precedenti vogliono che la vettura, la Maserati, attenda il neoeletto fuori dal portone della sua casa privata, ma come fu per Napolitano, anche Mattarella salirà sull’auto amata da Sandro Pertini, direttamente dal Quirinale. In quel momento e per tutto i tragitto – l’eletto sarà accompagnato dai carabinieri in motocicletta – suonerà la campana più grande di Montecitorio, che smetterà solo quando Mattarella entrerà nell’atrio del palazzo. Una campana molto particolare, in bronzo, con lo stemma papalino che unisce le figure di Cristo e di Sant’Antonio con il motto “Onorate la giustizia voi che giudicate in terra”.
Ad accogliere il presidente all’ingresso della Camera, i due titolari di Montecitorio e Palazzo Madama, Roberto Fico ed Elisabetta Alberti Casellati. Dopo una breve sosta nella sala del Governo, l’eletto, accompagnato sempre dai presidenti dei due rami del Parlamento, attraverserà il Transatlantico – dove per l’occasione saranno schierati gli assistenti parlamentari in alta uniforme – entrerà in Aula, dove troverà ad attenderlo senatori, deputati, delegati regionali, presidente del Consiglio e componenti del Governo. Anche questo evento sarà segnato dalle misure anti-Covid, che hanno scandito tutte le votazioni per l’elezione. I grandi elettori potranno entrare nell’emiciclo solo dopo aver effettuato il tampone ed essere risultati negativi.
L’aula sarà vestita a festa, con drappi rossi e ventuno bandiere tricolore. Mattarella al centro della nuova pedana pronuncerà le parole a norma dell’articolo 91 della Costituzione: “Giuro di essere fedele alla Repubblica e di osservarne lealmente la Costituzione”. E’ in questo preciso momento che dal Gianicolo saranno sparate 21 salve di cannone e la campana di Montecitorio tornerà a suonare. Il capo dello Stato, formalmente in carica rivolgerà il suo messaggio al Parlamento, al termine del quale raggiungerà l’atrio dell’aula dove ci sarà il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti. All’uscita da Montecitorio l’inquilino del Colle riceverà gli onori militari e poi si recherà, con Draghi, all’Altare della Patria per rende omaggio al Milite ignoto.
Ultimo passaggio di questa lunga liturgia, il percorso da piazza Venezia al Quirinale con Mattarella e Draghi sulla Lancia Flaminia, scortata dai Corazzieri a cavallo. A palazzo si svolgerà la cerimonia di insediamento del presidente della Repubblica. Schierati – in un rigido cerimoniale con regole anti-covid – le massime cariche dello Stato, dal presidente della Consulta, Giuliano, Amato, alle rappresentanze del Parlamento, delle Regioni e del governo. Durante la cerimonia la presidente Casellati pronuncerà un breve discorso a cui seguirà il saluto di Mattarella. E’ a questo punto che in una breve colloquio il presidente del Consiglio rimetterà il mandato nelle mani di Mattarella, un atto di cortesia, visto che dimissioni saranno rifiutate. E così inizierà ufficialmente il secondo settennato di Mattarella.
Di Donatella Di Nitto