Il presidente della Camera, Roberto Fico, secondo quanto si apprende, mentre è in corso la riunione della conferenza dei capigruppo di Montecitorio, avrebbe proposto ai partiti di allestire un ‘drive in elettorale’ nel parcheggio della Camera per consentire di votare agli elettori positivi o in quarantena. “Per allestire il seggio – spiegano fonti parlamentari – la Camera non ha bisogno di una legge. Ora il Governo deve capire se le norme vigenti bastano o vanno adeguate per consentire ai grandi elettori la possibilità per arrivare al seggio”.
Il Parlamento, infatti, spinge perché possano partecipare al voto del prossimo presidente della Repubblica tutti i 1.009 grandi elettori, positivi inclusi. A pochi giorni dalla prima convocazione in seduta comune, il pressing soprattutto del centrodestra porta all’approvazione alla Camera di due ordini del giorno al decreto super green pass, quasi all’unanimità, uno a firma Paolo Barelli, capogruppo di Forza Italia, e l’altro di Francesco Lollobrigida, presidente dei deputati di Fratelli d’Italia, che impegnano il Governo affinché anche i parlamentari positivi al Covid possano esprimersi sul futuro inquilino del Quirinale. I due odg sciolgono il nodo emerso nell’ultima capigruppo, in cui Pd, M5S e LeU si erano opposti al voto dei contagiati, tant’è che il via libera di oggi è arrivato anche con l’ok del centrosinistra. Il presidente della Camera, Roberto Fico, che ha convocato i grandi elettori per il 24 gennaio alle 15, ha ora un mandato forte per andare a interloquire con il Governo per risolvere questa questione. Rinfrancato anche dal fatto che sono in calo i deputati e senatori positivi: per sono circa 30 i contagiati, meno rispetto alla scorsa settimana. E per domani è stata convocata alle 10.30 una capigruppo di Montecitorio per trattare il tema.
Il punto è che chi fra i grandi elettori è in quarantena e ha il proprio domicilio non a Roma, stando alle regole attuali, non potrebbe rientrare nella Capitale. E i riflettori sono puntati sulla circolare del ministero della Salute del 13 gennaio. In cui si legge che “le persone sottoposte alla misura di isolamento e quarantena in quanto casi e contatti di caso Covid-19 hanno il divieto di mobilità dalla propria abitazione, fino all’accertamento della guarigione o al ricovero in una struttura sanitaria o altra struttura allo scopo destinata”. Ma nel documento si trova anche scritto che “si sono più volte resi necessari trasferimenti di casi e contatti di caso Covid-19 tra due distinte sedi di isolamento o quarantena” e che “la decisione di autorizzare il trasferimento deve essere attentamente considerata e accuratamente pianificata con il coinvolgimento di tutte le autorità sanitarie interessate, dalla sede di partenza a quella di destinazione, fino agli organi centrali, in modo da evitare l’esposizione di altri individui durante le diverse fasi del viaggio”. Il centrodestra ha colto, quindi, la palla al balzo per chiedere una modifica a questa circolare. Ci si aspetta, quindi, o che venga ritoccato il documento in vigore o che venga stilata una circolare ad hoc, prendendo spunto da quanto fatto dalla ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, durante il lockdown, tenendo conto del fatto che per i deputati e i senatori il Parlamento viene considerato come domicilio.
A questo punto, dopo il via libera agli odg alla Camera, Fico ha il mandato quasi pieno del Parlamento per andare a trattare con il Governo. Ma dove voterebbero i parlamentari contagiati? Le ipotesi in campo sarebbero due: l’allestimento di un Covid hospital vicino alla Camera oppure, partendo dal presupposto che la piazza di Montecitorio viene considerata di ‘competenza’ parlamentare, si potrebbero mettere dei gazebo per organizzare il voto dei positivi. Intanto, di questo dossier se ne sta occupando proprio il premier Mario Draghi, che ha avuto ieri un colloquio anche con il presidente della Camera.
“Ci aspettiamo che il presidente Fico convochi a breve una nuova capigruppo così da stabilire, insieme ai questori della Camera e agli esperti sanitari, le modalità per far partecipare anche i parlamentari positivi o in quarantena”, sottolinea Barelli. E Lollobrigida rimarca: “È fondamentale che tutti gli aventi diritto al voto siano messi in condizione di partecipare alle operazione di voto. Non permetterlo sarebbe una grave violazione del dettato costituzionale”.
Intanto, la Corte costituzionale ha dichiarato “inammissibile” il ricorso sollevato da cinque parlamentari residenti in Sardegna e in Sicilia contro la disposizione che impone che, a partire dal 10 gennaio, l’accesso ai mezzi di trasporto pubblico sia subordinato al super green pass. La Consulta ha ritenuto che non vi sia alcuna manifesta violazione delle prerogative costituzionali dei parlamentari.
(LaPresse)