ROMA – Sul Quirinale le carte sono ancora sparse sul tavolo da gioco. E ogni ipotesi, compresa l’elezione di Silvio Berlusconi, resta percorribile. Sta agli attori in campo indirizzare la partita evitando, nel caso del centrosinistra, che le quotazioni del Cav prendano il volo.
“Sbaglia il centrodestra, perché è evidente che la candidatura di Berlusconi è a un vicolo cieco”, ammonisce il segretario del Pd, Enrico Letta. Che rilancia il patto di legislatura: “In questo Parlamento nessuno ha la maggioranza, quindi dobbiamo trovare un’intesa, che è fondamentale sul presidente o la presidente della Repubblica, figura istituzionale super partes e sulla continuazione della legislatura per affrontare Covid, Pnrr e il drammatico caro bollette che sta strangolando l’economia e le famiglie”.
Il leader dem chiede di tutelare il ruolo di Draghi e non parla dell’ipotesi Mattarella-bis: “Dobbiamo prima trovare l’accordo tra tutte le forze politiche perché ci sia questo patto di legislatura, poi faremo i nomi”. Pur cercando di mantenere la terzietà del ruolo istituzionale, anche il presidente della Camera, Roberto Fico, lascia intendere il suo pensiero: “Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano la responsabilità di avere un nome condiviso”, dice a ‘Mezz’ora in più’, su Rai3, spiegando che a suo modo di vedere il profilo del presidente della Repubblica deve essere una persona “di alta moralità, aderente alla nostra costituzione e ai principi e ai valori forti che rappresentano il nostro Paese”.
L’unico passaggio in cui Fico un po’ si ‘sbilancia’ è quando si dice “fiducioso che si possa arrivare all’elezione del capo dello Stato entro il 3 febbraio”. Anche perché, a suo modo di vedere, “andare oltre sarebbe sui generis”. Il presidente della Camera dà anche indicazioni tecniche sul voto, che si svolgerà “a oltranza anche il sabato e la domenica”, proprio nel ramo del Parlamento affidato alla sua responsabilità.
Dunque, assicura che le operazioni si svolgeranno in totale sicurezza. Ma soprattutto sottolinea che “in questo momento, a norma di legge, i positivi al Covid non possono recarsi in aula a votare”, mentre i non vaccinati “possono entrare alla Camera con il tampone” ed esercitare le proprie prerogative. Fino al 24 gennaio le forze politiche avranno l’occasione di mettere insieme le idee e tirare le somme su un candidato condiviso. Anche se ad oggi le probabilità che questo accada sono a dir poco scarse.
E si torna sempre a Berlusconi, per il quale sta lavorando alla luce del sole Vittorio Sgarbi: “Ho già fatto una cinquantina di telefonate grazie alle quali ho raccolto tra i 12 e i 15 parlamentari. Da martedì ricomincerò, me ne mancano 65, vuoi che tra questi non riesca ad intercettare almeno 25 voti?”, racconta al Corriere della sera.
In queste ore, poi, emerge anche la lettera segreta inviata dall’ex braccio destro di Berlusconi, Denis Verdini, a Marcello Dell’Utri e Fedele Confalonieri, per suggerire qualche strategia utile a far eleggere il Cav al Quirinale. Elenca 10 punti, tra i quali la necessità che il presidente di FI non faccia trapelare giudizi negativi su possibili candidati di centrodestra, e che riconosca a Salvini “l’agibilità politica del risultato”.
Ma se “sfortunatamente” il sogno non dovesse realizzarsi, “Silvio deve permettere a Salvini (il gruppo di grandi elettori più grande) di portare a termine l’obiettivo di eleggere un presidente di centrodestra, fornendogli tutto il suo appoggio”.
M5S e Pd non vogliono nemmeno sentir parlare di una simile eventualità, tant’è che il responsabile dei sindaci dem, Matteo Ricci, restringe il cerchio “solo a due persone, Sergio Mattarella e Mario Draghi”, basandosi sull’identikit tracciato da Enrico Letta. Mentre Italia viva annuncia un percorso comune con Azione per la partita del Colle.
Infine, gli ex M5S che oggi sono nel gruppo Misto di Camera e Senato, lanciano una propria candidatura, quella di Paolo Maddalena, ex giudice della Corte costituzionale, di cui è stato anche vice presidente. In partita, dunque, entrano altri giocatori.(LaPresse)