ROMA – Avanti il prossimo. Sergio Mattarella torna ad allontanare dai suoi progetti futuri il bis al Quirinale, come se i segnali fino ad oggi non fossero bastati. L’occasione è l’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Roma, La Sapienza, che oggi è guidata, con ‘orgoglio’ del Paese, dalla magnifica rettrice Antonella Polimeni.
“Vorrei aggiungere, se mi è consentito, un ulteriore significato di carattere personale che mi riguarda. Perché, a poche settimane dalla conclusione del mio ruolo, delle mie funzioni di Presidente della Repubblica, mi consente di tornare alla Sapienza dove ho studiato”, scandisce il capo dello Stato nell’aula magna dell’Ateneo che lui stesso definisce “di grande prestigio”. Parole che vengono accolte da un lungo applauso, non tanto per la conferma della sua volontà a svolgere, a partire dal 3 febbraio, una vita da comune cittadino – nell’appartamento signorile affittato a inizio novembre nel quartiere Salario – piuttosto per il ricordo dei professori, che hanno formato l’inquilino del Colle.
“Siamo in un’epoca di grandi cambiamenti: la società è permeata dai risultati della scienza. Ci sono sfide nuove e ignote ma anche prevedibili – dice Mattarella – E ci deve sempre accompagnare il valore della responsabilità delle istituzioni e di tutti i cittadini. La responsabilità è quella di tenere insieme fiducia e sapere. E questo è tempo di responsabilità”. Un invito lanciato quando il Paese sembra essere rientrato nella morsa del Covid -19, con una quarta ondata che minaccia la vita sociale ed economica dei cittadini.
Mattarella non ha dubbi, gli italiani hanno saputo rispondere presente non sottovalutando la scienza bensì percependone “il valore, l’importanza, l’indispensabile credito”. Le vaccinazioni, continua sono state “una sorta di referendum sulla scienza. All’altro ieri sera, trentasei ore fa, avevano fatto ricorso alla vaccinazione, decidendo di sottoporvisi, l’87% dei nostri concittadini sopra i 12 anni. Se a questi aggiungiamo quelli che non possono farla per motivi sanitari, o quelli di recente guariti dal Covid, siamo al 90%, più o meno. Quindi questo referendum sulla scienza, e sul suo valore, in Italia, vede 9 a 1 a vantaggio della scienza”. Un messaggio chiaro e preciso a quegli italiani – compresi gli studenti che hanno manifestato fuori dall’Ateneo – che oggi rivendicano una posizione contraria al green pass.
Ad ascoltare Mattarella c’è una ricca platea di studiosi, tra cui il Nobel Giorgio Parisi, e anche di politici. C’è il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, la ministra dell’Università e della Ricerca, Cristina Messa, la ministra dell’Interno, Luciana Lamorgese, il prefetto di Roma, Matteo Piantedosi, il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, e il presidente Csm, David Ermini. E non può che risuonare nell’aula magna l’ennesimo segnale del presidente che allontana ancora una volta una sua ricandidatura al palazzo dei Papi.
La scadenza del settennato, giorno dopo giorno, si avvicina e a due mesi e mezzo dalla deadline del 3 febbraio i partiti sono ancora in confusione. Quello che emerge è l’indisponibilità ad aprire un dialogo costruttivo che porti a un nome condiviso. Per questo Mattarella insiste, nel tentativo di imprimere una scossa alla politica, che non si deve accontentare della scelta più semplice, anche se quella forse più ‘forte’. E’ indubbio che ora che c’è un recrudescenza della pandemia, con il paese costretto anche scelte difficili, l’ipotesi che Mario Draghi si allontani da palazzo Chigi si fa sempre più remota, soprattutto con i fondi del Pnrr ancora da gestire.
Lo sguardo tuttavia resta puntato al Colle più alto di Roma, con Mattarella che paleserà chiaramente le sue intenzioni molto probabilmente durante il discorso agli italiani la notte di san Silvestro. Sono dopo allora il presidente della Camera, Roberto Fico, convocherà infatti il Parlamento in seduta comune fissando quindi la data per l’elezione del nuovo presidente.
Per ora il periodo cerchiato in rosso sembra essere quello che va dal 18 al 20 gennaio, con la disponibilità – filtra da fonti parlamentari – dello stesso capo dello Stato a seguire la prassi dei suoi predecessori: accordare una data prima della scadenza del settennato. Il punto tra i presidenti di Camera e Senato, Fico e Casellati, dovrebbe essere comunque fatto non prima dell’approvazione della legge di Bilancio, quindi subito dopo le festività natalizie, con Draghi pronto a fare il bilancio dell’esecutivo dei migliori e, perché no, dopo un attenta valutazione comunicare anche le sue intenzioni.(LaPresse)