MILANO – La scelta dei delegati regionali per l’elezione del tredicesimo presidente della Repubblica riserva ancora dei colpi di scena. Il giorno dopo il terremoto politico scoppiato in Sicilia, con l’azzeramento della Giunta rinviato alla prossima settimana da Nello Musumeci, terzo degli eletti per l’isola, in Friuli Venezia Giulia, il governatore leghista, Massimiliano Fedriga, ha ricevuto meno voti del presidente del Consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, esponente di Forza Italia.
Entrambi, in ogni caso, sono stati scelti come delegati, rispettivamente con 27 e 31 voti, insieme al dem Sergio Bolzonello (16). “La distribuzione dei voti, che rispecchia solo in parte gli equilibri di maggioranza e minoranza, è marginale negli effetti ma non irrilevante nella lettura politica di qualche defezione nella maggioranza che sostiene Fedriga”, attacca il consigliere regionale e segretario del Pd, Cristiano Shaurli. Ma al voto oggi sono andati anche i Consigli regionali della Calabria e della Puglia.
Il governatore forzista Roberto Occhiuto, il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso (Lega), e il capogruppo del Pd, Nicola Irto, saranno i delegati calabresi. Mentre la Puglia sarà rappresentata dai dem Michele Emiliano e Loredana Capone e dal vicepresidente del Consiglio regionale, Giannicola De Leonardis (Fratelli d’Italia). Per completare il quadro dei 58 grandi elettori in arrivo dalle Regioni saranno il Trentino-Alto Adige (17 gennaio), la Toscana e l’Emilia-Romagna (18 gennaio in entrambi i casi).
Stefano Bonaccini sarà tra i delegati di quest’ultima Regione e sbarra la porta a Silvio Berlusconi: “Se diciamo in tantissimi che serve una figura di massima unità del Paese o di massima rappresentanza politica, Silvio Berlusconi non può essere la candidatura verso cui convergere. Non è adatto perché è divisivo, anche all’interno del centrodestra. Penso non sia una candidatura proponibile”.
In ogni caso, la base di partenza del centrodestra è forte, perché almeno una trentina di delegati sono rappresentanti della coalizione che potrebbe mettere sul tavolo la carta Berlusconi. Quando mancano nove delegati, in arrivo da due Regioni ‘rosse’ come Toscana ed Emilia-Romagna e dal Trentino-Alto Adige, la coalizione che va dalla Lega all’Udc può contare sulla carta su diversi voti.
Oltre al leader di Cambiamo, Giovanni Toti, all’elezione del nuovo capo dello Stato parteciperanno anche Nello Musumeci, esponente di ‘Diventerà Bellissima’ e poi 8 esponenti di Forza Italia, 12 del partito di Matteo Salvini, 5 di Fratelli d’Italia e 2 dell’Udc (Dino Latini nelle Marche e Salvatore Micone in Molise). In ottica giallorossa, invece, sono 4 i grandi elettori pentastellati e 15 quelli del Partito democratico. E il quadro ancora parziale si chiude con Erik Lavevaz dell’Union Valdôtaine.