ROMA – Il giorno della prima votazione per l’elezione del successore di Sergio Mattarella si fa sempre più vicino, e i partiti studiano le mosse da mettere in campo nella partita del Quirinale, senza dimenticare di ‘marcarsi’. Ecco quindi che lo slittamento a sabato mattina della riunione della direzione e dei gruppi parlamentari Pd, inizialmente convocata per giovedì, innesca l’immediata contromossa da parte degli avversari.
La decisione presa al Nazareno è dovuta alla contestualità con la camera ardente che sarà allestita in Campidoglio in memoria del presidente del Parlamento europeo, David Sassoli. Un cambio di programma che potrebbe comportare uno slittamento, alla prossima settimana, anche del vertice di coalizione previsto per venerdì a Villa Grande tra le forze del centrodestra. Su questo sta ragionando lo stato maggiore di Forza Italia, riunito da Silvio Berlusconi nella sua residenza romana dopo l’arrivo nella Capitale.
Il Cav è sceso a Roma per seguire in prima persona l’evolversi della situazione, convinto di poter realizzare il sogno di salire al palazzo dei Papi. Difficilmente però uscirà allo scoperto con così tanto anticipo rispetto all’appuntamento del 24 gennaio. E questo nonostante anche l’alleato Matteo Salvini invochi una presa di posizione dopo settimane di lavoro nell’ombra.
“Berlusconi ha fatto tre volte il presidente del Consiglio quindi penso che nessuno da sinistra possa mettere dei veti a priori. Poi bisogna aspettare che lui dica qualcosa, sciolga le riserve” ammette il leader della Lega, sottolineando che “molti italiani, me compreso, avrebbero piacere che Draghi continuasse a svolgere il ruolo di presidente del Consiglio di garanzia in Italia e in Europa perché ci sono ancora tante cose da fare in questi mesi che ci accompagnano alla fine della legislatura. Di tutto c’è bisogno fuorché di confusione in Italia in questo momento”.
Tra i ragionamenti di Salvini c’è poi spazio anche per il dopo Colle, con un rimpasto di governo che prevede magari l’ingresso dei leader. “Secondo me bisognerebbe mettere in campo tutte le energie migliori possibili. Se io entrerei nell’esecutivo? Ne parliamo piu avanti ma non sono uso ritirarmi dalle mie responsabilità”. E intanto continua a “incontrare riservatamente tante persone perché vorrei offrire agli italiani una scelta rapida” per il Quirinale.
L’obiettivo del centrodestra, sottolinea Salvini, deve essere quello di arrivare a una scelta “che unisca e che sia ovviamente di alto profilo”. “Quello che non accetto sono i veti – puntualizza -, sbaglia Letta quando dice ‘se c’è Tizio non mi siedo, se c’è Caio non discuto’. Ragioniamoci”.
Il segretario dem, però, appare tutt’altro che disposto al dialogo. “Berlusconi presidente? La vedo difficile. Se può essere? Non credo” taglia corto, nonostante ammetta che la candidatura dell’ex premier “è lì ed è molto seria. Ho notizie di parlamentari, anche iscritti al nostro gruppo, che hanno ricevuto una telefonata di Berlusconi in questi giorni”.
Forse anche per questo ricorda Letta, fino a quando sul tavolo ci sarà la figura del Cav sarà difficile superare l’attuale stallo: “I partiti di centrodestra non hanno intenzione per adesso di discutere e l’impressione è che vogliano fermarsi sull’opzione Berlusconi, e finché le cose stanno così è molto difficile parlarsi”. Anche perché l’identikit di Letta per il Colle “non un capo partito, né uno come me o Salvini o Conte o Berlusconi appunto. Profilo istituzionale, super partes, un po’ come è stato Mattarella in questi 7 anni”.
E sull’ipotesi di un bis dell’attuale capo dello Stato, il leader dem confessa: “Sarebbe il massimo ovviamente”. Su una cosa infine Letta sembra concordare con Salvini, ovvero sul fatto che dopo lo snodo del Quirinale, il governo “deve trovare nuova energia”. E’ chiaro a tutti che in queste ultime settimane ci sia fatica, c’è bisogno di un nuovo patto di governo, in qualunque condizione”.(LaPresse)