Raccolta rifiuti, stop del Tar all’appalto affidato alla Czeta

La procedura sospesa dopo il ricorso della Isvec in attesa dell’udienza di fine mese. La società è coinvolta nell’indagine dell’Antimafia incentrata sui business dei fratelli Nicola e Luigi Ferraro

Luigi e Nicola Ferraro

S. CIPRIANO D’AVERSA – Non solo Capua. La Czeta è riuscita ad aggiudicarsi l’appalto per il servizio di igiene urbana anche nel Comune guidato dal sindaco Vincenzo Caterino. Tuttavia, il passaggio di cantiere programmato per ieri è stato annullato a seguito del decreto monocratico cautelare del Tar Napoli. La seconda classificata nella procedura di gara, Isola Verde Ecologia (Isvec), rappresentata dall’avvocato Gaetano Zarrillo, ha presentato ricorso contro il municipio sanciprianese, difeso dall’avvocato Michele Dionigi, e contro il Provveditorato interregionale delle opere pubbliche Campania-Molise-Puglia-Basilicata. La Isvec chiedeva la sospensione dell’efficacia dell’aggiudicazione alla Czeta, con sede ad Arcugliano, in provincia di Vicenza, concentrando l’attenzione, in particolare, sul verbale di verifica dell’offerta anomala con cui il Rup aveva ritenuto congrua la proposta avanzata dalla Czeta. L’ottava sezione del Tar, presieduta dal giudice Alessandro Tommasetti, ha accolto l’istanza dell’Isvec: stop, per ora, all’assegnazione e la trattazione della domanda cautelare sarà affrontata in tempi rapidi: la camera di consiglio è stata fissata per il prossimo 25 gennaio.

La società di Arcugnano aveva ottenuto un punteggio altissimo alla procedura: 97,30 su 100, mostrandosi così pronta a svolgere il servizio per 3 milioni e 101mila euro. L’abilità mostrata dalla ditta, in grado di ottenere 30 su 30 in relazione all’offerta economica e 67,3 su 70 in relazione a quella tecnica, aveva spinto la commissione e il Rup a valutare se si trattasse o meno di un’offerta sospetta. Ma i riscontri effettuati hanno convinto gli addetti che tutto fosse regolare. Il Tar, però, accogliendo la tesi della Isvec, vuole vederci chiaro. E così Antonio Aversano, responsabile dell’area Tecnica, preso atto del provvedimento della giustizia amministrativa, ha bloccato il passaggio di cantiere.
La Czeta l’anno scorso ha fatto parlare di sé perché è coinvolta nell’inchiesta della Dda di Napoli tesa a tracciare quello che i carabinieri del nucleo investigativo di Caserta ritengono essere il ‘sistema Ferraro’. Un meccanismo che orbita intorno alla figura di Nicola Ferraro, alias Fucone, ex consigliere regionale dell’Udeur e già condannato per concorso esterno al clan dei Casalesi, e al fratello Luigi, che indirettamente ha legami con alcuni personaggi sanciprianesi. I due, stando all’ipotesi della Procura antimafia, sfruttando la compiacenza di politici e funzionari pubblici, sarebbero riusciti ad inserire società a loro vicine nei giri degli appalti pubblici dell’igiene urbana e anche delle attività di sanificazione degli ambienti ospedalieri sul territorio campano. E parte dei proventi ottenuti da questi lavori, ipotizza la Procura, sarebbe stata destinata a mantenere i familiari di alcuni mafiosi dell’Agro aversano.

Nel monitorare questo ipotizzato sistema, l’attenzione dei carabinieri è stata attirata pure dalle attività della Czeta, società ritenuta riconducibile a Ilario Aniello, 56enne di Rotondi. E la mattina del 12 novembre 2022, i militari lo hanno visto dare un involucro di colore bianco, “contenente verosimilmente denaro”, scrive la Dda, al sindaco Angelo Ciampi, di San Giorgio del Sannio, dove proprio la Czeta aveva recentemente vinto l’appalto. Insomma, una presunta mazzetta.

A spingere i carabinieri a ritenere che ci siano collegamenti tra la Czeta e Nicola Ferraro ci sono i contatti tra Ilario e Domenico Romano. E quest’ultimo, sostiene l’accusa, farebbe (avrebbe fatto) da tramite proprio tra l’uomo d’affari e l’ex consigliere regionale. Romano, dopo aver incontrato in un’occasione Ilario, hanno ripercorso i carabinieri, si recò subito dopo proprio a casa di Fucone. Romano, inoltre, e suo zio Vincenzo Agizza, pure coinvolto nell’inchiesta, stando a quanto sostenuto dai militari, sarebbero stati in passato imprenditori di riferimento del clan Nuvoletta.

I carabinieri, coordinati dal pm Maurizio Giordano, hanno acceso i riflettori anche sui rapporti tra Nicola Ferraro e il sindaco di Arienzo, Giuseppe Guida: pure questo Comune della Valle di Suessola, hanno annotato gli investigatori, aveva aggiudicato l’appalto per il servizio di raccolta rifiuti alla Czeta.

Nonostante questa inchiesta, ancora in corso (i personaggi coinvolti, logicamente sono da considerare innocenti fino a un’eventuale sentenza di condanna irrevocabile), la Czeta, stando a quanto documentato poche settimane fa dal dirigente Carlo Ventriglia, capo dei caschi bianchi a Capua, nell’analizzare gli atti della procedura bandita dall’Ente attraversato dal fiume Volturno, per cui lavora, è ancora nella white list.

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