Milano, 18 set. (LaPresse) – Nel 2017 ci sono state circa 72.000 morti per overdose negli Stati Uniti, un aumento notevole rispetto all’anno precedente, circa il 9,5%. La maggior parte di queste morti dipende dall’abuso di oppioidi, e tra questi anche un analgesico cinquanta volte più potente dell’eroina e che spesso è letale: il fentanyl, un oppioide sintetico utilizzato in medicina per il trattamento del dolore cronico, specie nei malati terminali di cancro. Il fentanyl è cento volte più potente della morfina, e dunque anche una quantità minima – due milligrammi possono bastare – può rivelarsi letale per un uomo. Essendo non solo molto forte ma anche facile da produrre, il fentanyl viene usato per tagliare l’eroina e sta iniziando a soppiantarla del tutto. L’epidemia di oppioidi, così viene chiamata, è talmente grave da aver contribuito in maniera determinante all’abbassamento dell’aspettativa di vita negli Stati Uniti per due anni di fila, nel 2015 e nel 2016: non succedeva dagli anni Sessanta.
dunque
Il consumo di oppioidi negli USA non è però nuovo: ha cominciato a crescere a fine anni novanta, favorito dalla facilità con cui venivano prescritti i farmaci antidolorifici a base di oppiacei, volti a sostituire cure invece più appropriate ma troppo care a causa delle assicurazioni, frutto della privatizzazione della sanità americana. Per evitare che si ripresentassero per una nuova visita, ai pazienti venivano prescritti più farmaci del necessario, oppure degli analgesici particolarmente forti. Questa pratica ha favorito l’aumento del numero di persone dipendenti dagli oppioidi. L’epidemia è una crisi che interessa tutto il Nordamerica. Anche in Canada nel 2017 ci sono state 3987 morti per overdose da oppioidi, ben il 34% in più rispetto al 2016. Il Canada è infatti il secondo maggiore consumatore di oppioidi pro capite e anche qui il consumo illegale di fentanyl cresce. Mercoledì 19 settembre Luigi Spinola ne parlerà con Marco Dell’Aguzzo, giornalista freelance esperto di Messico.