Roma – Il giorno dopo il rogo che ha distrutto l’impianto di smaltimento dei rifiuti di Via Salaria, a Roma, in quel che resta della struttura sono ancora al lavoro i vigili del fuoco, con 10 squadre e il gruppo Nbcr.
La qualità dell’aria nel quartiere Salario è motivo di preoccupazione per cittadini
L’amministrazione ieri, per bocca dell’assessore all’Ambiente, ha invitato a tenere chiuse le finestre.
L’Arpa ha reso noti i primi dati legati alle polveri sottili registrati nelle tre centraline urbane
I livelli di pm10 nell’aria sono apparsi nettamente superiori ai limiti consentiti dalle normative. Inoltre mancano ancora i dati raccolti nelle vicinanze dell’impianto, che non saranno disponibili prima di venerdì: solo allora si avranno certezze rispetto ai cosiddetti microinquinanti e idrocarburi policiclici aromatici.
Nelle prossime ore arriveranno nei laboratori dell’Arpa i filtri dei due campionatori, uno ad alto volume ed uno gravimetrico, posizionati all’interno del Tmb (trattamento meccanico biologico) e a poche centinaia di metri da esso.
I filtri chiariranno il livello di tossicità sprigionato dalle fiamme nel quartiere Salario
L’inquinamento però è solo uno degli aspetti legati all’incendio che preoccupano la città.Il Campidoglio è al lavoro per trovare una soluzione al blocco del sito che lavora circa 700 tonnellate di spazzatura al giorno, pari a oltre un quinto della produzione giornaliera di rifiuti in città.
A meno di due settimane dalle festività natalizie è lotta contro il tempo per evitare che Roma, già in affanno sul fronte rifiuti, si trasformi in un immondezzaio.
“Stiamo scongiurando qualunque tipo di emergenza – prova a rassicurare la sindaca Virginia Raggi -. Lavoriamo per risolvere il problema dal punto di vista strutturale per prevenire il picco natalizio che accade sempre“.
Ma non è un mistero che il rogo di ieri abbia aggravato una situazione già critica, con strade sporche e cumuli di spazzatura ai lati delle strade.
A scatenare nuove polemiche arriva anche l’annuncio del Campidoglio di un possibile aumento della Tari che le opposizioni bollano, senza mezzi termini, come una insopportabile provocazione.