CATANIA (LaPresse) – Ragusa, sequestrata una cava abusiva in area archeologica. I carabinieri del Noe di Catania hanno sequestrato una cava abusiva di circa 90mila metri quadrati. In un’area sottoposta a vincolo archeologico nelle campagne di Comiso (Ragusa). Dove infatti riscontrata un’attività di estrazione, vagliatura e trasporto di materiale calcareo (calcarenite). Destinato verosimilmente ad alimentare il ciclo del calcestruzzo e le attività edilizie del territorio siciliano.
La cava, situata in un’area sottoposta a vincolo archeologico dall’assessorato ai Beni culturali della Regione Sicilia. Secondo quindi le prime stime sarebbe profonda, in alcuni punti, oltre 20 metri rispetto al piano originario. Nel corso delle operazioni controllati e bloccati alcuni autocarri, un escavatore cingolato munito di martello pneumatico e una pala gommata da cava.
Le indagini
I mezzi sono bloccati mentre effettuavano operazioni di estrazione che, da verifiche documentali, sono risultati condotti in maniera abusiva, in assenza infatti di autorizzazioni. Gli automezzi, una griglia di vagliatura e circa un centinaio di migliaia di metri cubi di materiale estratto. Pronto per essere messo in commercio e del valore complessivo di oltre 1 milione di euro, sono sequestrati.
Il provvedimento è convalidato dal gip di Ragusa su parallela richiesta da parte del magistrato titolare del fascicolo d’indagine. Il danno al patrimonio ambientale, secondo i carabinieri del Noe, per il quantitativo di materiale estratto e la compromissione irreversibile del suolo risulta non calcolabile. I responsabili delle attività estrattive di un’azienda del luogo segnalati all’autorità giudiziaria. Per inquinamento ambientale aggravato, esecuzione di opere su beni con vincolo paesaggistico senza autorizzazione e deturpamento e distruzione di bellezze naturali. L’operazione è quindi stata portata a termine con il supporto del personale del 12° elinucleo carabinieri elicotteristi e da militari della stazione di Comiso.